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Le Leggi sulla Coltivazione della Cannabis

Pubblicato Da: Marco / Pubblicato Il: 30 mag, 2024

Leggi sulla Coltivazione Cannabis

Le Leggi sulla Coltivazione della Cannabis

La storia delle leggi sulla coltivazione della cannabis è complessa e multifacetica, attraversando vari periodi storici, contesti culturali e giurisdizioni legali. Di seguito, esploreremo le principali tappe storiche che hanno modellato le normative attuali sulla coltivazione della cannabis.

Origini Antiche

La coltivazione della cannabis ha radici antichissime. Gli storici indicano che le prime evidenze di utilizzo della pianta risalgono a circa 10.000 anni fa in Asia centrale. La cannabis veniva utilizzata sia per le sue fibre, che rappresentavano una risorsa preziosa per la creazione di tessuti e corde, sia per i suoi effetti psicoattivi, impiegati in rituali spirituali.

Medioevo e Rinascimento

Durante il Medioevo, la cannabis continuava ad essere coltivata in molte parti del mondo. In Europa, ad esempio, era una coltura comune utilizzata principalmente per le sue fibre resistenti. Con l'avvento del Rinascimento, l'espansione dei commerci su scala globale portò la cannabis in nuove aree geografiche, come il continente americano.

XIX Secolo: L'inizio della Regolamentazione

Nel XIX secolo, molti paesi iniziarono a regolamentare specificamente la coltivazione e l'uso della cannabis. Nel 1868, l'impero britannico vietò l'importazione di cannabis in India. Anche negli Stati Uniti, l'uso della cannabis cominciò a essere visto con crescente sospetto, portando alla prima codifica delle leggi proibitive all'inizio del XX secolo.

XX Secolo: La Proibizione Globale

Il XX secolo rappresenta un punto di svolta nella storia delle leggi sulla cannabis. Negli anni '30, negli Stati Uniti, la cannabis fu demonizzata attraverso una serie di campagne mediatiche, culminate con il Marijuana Tax Act del 1937 che, di fatto, rese illegale la coltivazione, il possesso e la distribuzione della cannabis.

Sulla scia della posizione statunitense, molte altre nazioni adottarono leggi simili. Nel 1961, le Nazioni Unite introdussero la Convenzione Unica sugli Stupefacenti, un trattato internazionale che classificava la cannabis come sostanza controllata, limitandone severamente la coltivazione e il commercio.

Fine XX Secolo e Inizio XXI Secolo: La Riconsiderazione

Negli anni '90, una nuova ondata di ricerche e attivismo iniziò a cambiare il panorama legale della cannabis. Uno dei turning point fu il riconoscimento del potenziale medico della cannabis. La California fu il primo stato americano a legalizzare l'uso medico della cannabis con il Proposition 215 nel 1996.

Da allora, il numero di stati e nazioni che hanno revocato le proibizioni sulla coltivazione della cannabis ha continuato a crescere. Paesi come Canada, Uruguay e vari stati degli USA hanno legalizzato non solo l'uso medico ma anche quello ricreativo, creando una vasta gamma di regolamenti specifici per la coltivazione.

Situazione Attuale

Oggi, la situazione legale della coltivazione della cannabis varia enormemente da paese a paese e, in nazioni federali come gli USA, da stato a stato. Ad esempio, mentre la coltivazione della cannabis a scopi ricreativi è legale in Canada e in alcuni stati americani come Colorado e California, è ancora rigorosamente vietata in molti altri paesi, tra cui vari stati del Medio Oriente e dell'Asia.

In Europa, nazioni come l'Olanda mantengono una politica di tolleranza controllata, mentre altri paesi, come la Germania e l'Italia, stanno lentamente aprendo alla coltivazione per uso medico.

Nel 2020, le Nazioni Unite hanno riconosciuto le proprietà mediche della cannabis riclassificandola e rimuovendola dalla lista delle sostanze pericolose, ma molte delle leggi proibitive rimangono in vigore.

La Situazione in Italia

In Italia, la legislazione sulla cannabis ha visto numerosi cambiamenti e dibattiti negli ultimi anni. Recentemente, è entrato in discussione il ddl Sicurezza con l'introduzione dell'Emendamento 13.6, che propone misure severe per limitare l'uso e la commercializzazione delle infiorescenze della canapa e dei prodotti derivati. 

Secondo un comunicato stampa del 27 maggio 2024, questa disposizione rischia di compromettere non solo il disegno di legge stesso, ma anche l'economia italiana e il lavoro di molti imprenditori del settore. L'emendamento, che mira a limitare la canapa non stupefacente, è in contrasto con le norme europee e potrebbe rafforzare il mercato nero. 

Nonostante la canapa sia considerata sicura dall'OMS e da vari studi scientifici, evidenziando i benefici economici che ha apportato dal 2018, il governo sembra intenzionato a introdurre restrizioni irragionevoli che potrebbero danneggiare un settore legale e in crescita. 

Studi come quello dell'Università di York hanno dimostrato che la legalizzazione della canapa legale ha significativamente ridotto il mercato nero, ma le nuove normative proposte mettono a rischio tali progressi. Il dibattito legale continua, con vari avvocati che sostengono l'illegittimità di tali misure a fronte del diritto europeo e nazionale, mentre le associazioni di settore richiedono l'intervento della Commissione Europea per bloccare queste proposte restrittive e supportare il settore.

Conclusione

Le leggi sulla coltivazione della cannabis sono in continua evoluzione. Dati scientifici sempre più robusti accompagnati da una crescente pressione pubblica stanno spingendo molti governi a rivedere le proprie posizioni. La tendenza globale sembra essere quella di un progressivo allentamento delle restrizioni, sebbene il cammino verso una piena accettazione e regolamentazione rimanga lungo e complesso.

La storia delle leggi sulla coltivazione della cannabis riflette non solo cambiamenti legali, ma anche mutamenti culturali e sociali. Con la crescente accettazione della cannabis sia per scopi medici che ricreativi, è probabile che vedremo ulteriori sviluppi significativi nei prossimi anni.

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Pubblicato Da: Marco
Pubblicato Il: 30 mag, 2024

“La mia libertà finisce dove comincia la vostra.” (M. L. King)Informatico di professione, antiproibizionista per passione.

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