Il cannabidiolo (CBD) è diventato negli ultimi anni un argomento di grande interesse e dibattito all'interno dell'Unione Europea.
Questo composto derivato dalla pianta di cannabis ha attirato l'attenzione di consumatori, produttori e legislatori per le sue potenziali proprietà benefiche, ma anche per le sfide normative che pone. In questo articolo analizzeremo in dettaglio lo stato attuale della legislazione europea sul CBD, esaminando le principali normative in vigore, le recenti evoluzioni e le prospettive future di questo settore in rapida crescita.
Il quadro normativo europeo sul CBD
La regolamentazione del CBD a livello europeo si inserisce in un contesto normativo complesso, che coinvolge diverse aree della legislazione comunitaria. I principali ambiti normativi che influenzano la disciplina del CBD sono:
- La legislazione sugli stupefacenti
- La normativa sui novel food
- La regolamentazione dei prodotti farmaceutici
- Le norme sulla sicurezza alimentare e sui contaminanti
- La disciplina dei cosmetici
Questa molteplicità di fonti normative rende il quadro giuridico sul CBD particolarmente articolato e, in alcuni casi, di non facile interpretazione. Vediamo nel dettaglio i principali riferimenti legislativi.
La Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961
Il punto di partenza per inquadrare lo status legale del CBD a livello internazionale è la Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961, ratificata da tutti gli Stati membri dell'UE. Questa convenzione classifica la cannabis e i suoi derivati come sostanze stupefacenti sottoposte a controllo internazionale. Tuttavia, la Convenzione esclude esplicitamente dal suo ambito di applicazione i preparati ottenuti dalla cannabis che non contengono sostanze psicotrope.
Questa distinzione è fondamentale per il CBD, in quanto esso non ha effetti psicoattivi. Ciò ha portato nel 2020 ad una importante svolta interpretativa da parte della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
La sentenza della Corte di Giustizia UE sul caso Kanavape
Nel novembre 2020, la Corte di Giustizia dell'UE si è pronunciata sul caso C-663/18, noto come "caso Kanavape", stabilendo un principio fondamentale per la regolamentazione del CBD in Europa. La Corte ha affermato che il CBD estratto dalla pianta di cannabis non può essere considerato uno stupefacente ai sensi della Convenzione del 1961, in quanto privo di effetti psicoattivi.
Questa sentenza ha avuto un impatto significativo, aprendo la strada ad una più chiara distinzione tra CBD e THC (il principale componente psicoattivo della cannabis) a livello normativo europeo. Di conseguenza, il CBD può essere considerato a tutti gli effetti un prodotto legale, purché rispetti le altre normative applicabili in base alla sua destinazione d'uso.
Il Regolamento sui Novel Food
Uno dei principali ambiti normativi che disciplinano il CBD in Europa è il Regolamento (UE) 2015/2283 sui novel food. Questo regolamento definisce come "novel food" qualsiasi alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell'UE prima del 15 maggio 1997.
Nel gennaio 2019, la Commissione Europea ha aggiornato il catalogo dei novel food, includendo esplicitamente il CBD e gli estratti di cannabis. Ciò significa che, per poter essere commercializzato come ingrediente alimentare, il CBD deve ottenere una specifica autorizzazione come novel food.
Questo ha comportato importanti conseguenze per il mercato del CBD alimentare in Europa:
- Necessità per i produttori di presentare domande di autorizzazione all'EFSA
- Sospensione della commercializzazione di molti prodotti alimentari contenenti CBD
- Avvio di un processo di valutazione della sicurezza da parte dell'EFSA
Ad oggi, l'EFSA non ha ancora completato la valutazione delle domande di autorizzazione ricevute per il CBD come novel food. Nel giugno 2022, l'Autorità ha pubblicato una dichiarazione in cui evidenziava la necessità di ulteriori dati per poter concludere la valutazione di sicurezza.
La normativa sui prodotti farmaceutici
Un altro importante ambito normativo che influenza la regolamentazione del CBD in Europa è quello dei prodotti farmaceutici. Il CBD può infatti essere utilizzato come principio attivo in medicinali, ed in questo caso ricade nell'ambito di applicazione della Direttiva 2001/83/CE e del Regolamento (CE) n. 726/2004.
Ad oggi, l'unico medicinale a base di CBD autorizzato a livello europeo è l'Epidyolex, approvato nel 2019 dall'EMA per il trattamento di alcune forme di epilessia. L'autorizzazione di questo farmaco ha rappresentato un importante precedente, dimostrando la possibilità di sviluppare e commercializzare medicinali a base di CBD nell'UE.
Tuttavia, è importante sottolineare che l'autorizzazione come medicinale non implica automaticamente la possibilità di utilizzare il CBD in altri tipi di prodotti. La distinzione tra uso farmaceutico e non farmaceutico del CBD rimane un tema dibattuto a livello normativo.
Le norme sulla sicurezza alimentare e sui contaminanti
Un ulteriore aspetto rilevante per la regolamentazione del CBD in Europa riguarda le norme sulla sicurezza alimentare e sui contaminanti. In particolare, il Regolamento (CE) n. 1881/2006 stabilisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, tra cui il THC.
Nel 2022, la Commissione Europea ha adottato il Regolamento (UE) 2022/1393, che ha introdotto limiti massimi specifici per il THC in alcuni alimenti, tra cui:
- Semi di canapa e prodotti derivati: 3,0 mg/kg
- Olio di semi di canapa: 7,5 mg/kg
- Integratori alimentari contenenti canapa: 2,0 mg/kg
Questi limiti si applicano anche ai prodotti contenenti CBD derivato dalla canapa, e rappresentano un importante riferimento per garantire la sicurezza dei consumatori.
La disciplina dei cosmetici
Infine, è importante menzionare la normativa sui prodotti cosmetici, regolata dal Regolamento (CE) n. 1223/2009. Il CBD può essere utilizzato come ingrediente in prodotti cosmetici, purché rispetti i requisiti di sicurezza previsti dalla normativa.
Nel 2021, la Commissione Europea ha aggiornato il database degli ingredienti cosmetici (CosIng), includendo il CBD tra gli ingredienti autorizzati per uso cosmetico. Tuttavia, l'uso del CBD in cosmetici deve rispettare alcune limitazioni, in particolare per quanto riguarda il contenuto di THC.
Le sfide attuali e le prospettive future
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, la regolamentazione del CBD in Europa presenta ancora diverse sfide e questioni aperte. Vediamo le principali:
Armonizzazione delle normative nazionali
Una delle principali sfide riguarda l'armonizzazione delle normative nazionali sul CBD. Nonostante il quadro normativo europeo, persistono differenze significative tra gli Stati membri nell'approccio al CBD. Alcuni paesi hanno adottato politiche più permissive, mentre altri mantengono un approccio più restrittivo.
Queste differenze creano incertezza per gli operatori del settore e ostacolano lo sviluppo di un mercato unico europeo per i prodotti a base di CBD. Un maggiore coordinamento e armonizzazione a livello UE sarà fondamentale per superare queste barriere.
Completamento della valutazione come novel food
Il completamento della valutazione del CBD come novel food da parte dell'EFSA rappresenta un passaggio cruciale per il futuro del settore. L'attuale situazione di incertezza, con molte domande di autorizzazione in sospeso, crea difficoltà sia per i produttori che per i consumatori.
È auspicabile che l'EFSA possa completare la sua valutazione in tempi ragionevoli, fornendo una base scientifica solida per l'autorizzazione del CBD come ingrediente alimentare. Ciò permetterebbe di sbloccare il potenziale del mercato alimentare del CBD in Europa.
Definizione di standard di qualità e sicurezza
Un'altra sfida importante riguarda la definizione di standard di qualità e sicurezza specifici per i prodotti a base di CBD. Attualmente, mancano norme armonizzate a livello europeo per aspetti come:
- Metodi di estrazione e produzione del CBD
- Purezza e composizione dei prodotti
- Etichettatura e claims salutistici
Lo sviluppo di standard comuni contribuirebbe a garantire la sicurezza dei consumatori e a creare condizioni di concorrenza eque per le aziende del settore.
Chiarimento dello status legale dei diversi tipi di CBD
Un ulteriore aspetto che richiede chiarimenti riguarda lo status legale dei diversi tipi di CBD disponibili sul mercato. In particolare, persistono incertezze su:
- CBD sintetico vs CBD estratto da piante
- CBD isolato vs estratti a spettro completo
- CBD derivato da canapa vs CBD da altre varietà di cannabis
Una definizione più precisa delle diverse categorie di prodotti a base di CBD aiuterebbe a chiarire quali normative si applicano in ciascun caso.
Regolamentazione del CBD per uso veterinario
Un ambito emergente che richiederà attenzione normativa è quello del CBD per uso veterinario. Cresce l'interesse per l'utilizzo del CBD in prodotti per animali, ma manca ancora un quadro normativo specifico a livello europeo.
Sarà importante definire regole chiare per garantire la sicurezza e l'efficacia dei prodotti a base di CBD destinati agli animali.
Conclusioni e prospettive future
In conclusione, la legislazione europea sul CBD si trova in una fase di evoluzione e adattamento. Gli sviluppi degli ultimi anni, in particolare la sentenza della Corte di Giustizia UE e l'inclusione del CBD nel catalogo dei novel food, hanno posto le basi per una regolamentazione più chiara e coerente.
Tuttavia, rimangono diverse sfide da affrontare per creare un quadro normativo completo e armonizzato. Le principali priorità per il futuro dovrebbero essere:
- Completare la valutazione del CBD come novel food
- Armonizzare le normative nazionali sul CBD
- Definire standard di qualità e sicurezza specifici
- Chiarire lo status legale dei diversi tipi di prodotti a base di CBD
- Sviluppare una regolamentazione per il CBD ad uso veterinario
Il superamento di queste sfide permetterà di sbloccare il pieno potenziale del mercato europeo del CBD, garantendo al contempo la sicurezza dei consumatori e creando un ambiente favorevole all'innovazione e allo sviluppo del settore.
È auspicabile che le istituzioni europee, in collaborazione con gli Stati membri e gli stakeholder del settore, continuino a lavorare per sviluppare un quadro normativo chiaro, basato su evidenze scientifiche e in grado di bilanciare le esigenze di sicurezza con le opportunità di crescita economica offerte dal CBD.
Solo attraverso una regolamentazione equilibrata e lungimirante sarà possibile sfruttare appieno i benefici potenziali del CBD, garantendo al contempo la tutela della salute pubblica e il rispetto dei principi fondamentali del mercato unico europeo.