Il recente Disegno di Legge sulla Sicurezza approvato dalla Camera dei Deputati italiana ha sollevato preoccupazioni a livello europeo, in particolare per quanto riguarda le disposizioni relative alla commercializzazione della canapa.
La Commissione Europea ha aperto un'indagine per valutare se queste norme siano conformi al diritto dell'Unione Europea, mettendo in luce potenziali conflitti tra la legislazione nazionale e quella comunitaria.
Il contenuto controverso del DDL Sicurezza
Il DDL Sicurezza, noto anche come DDL 1660, introduce una serie di modifiche al codice penale italiano, creando nuovi reati e inasprendo le sanzioni per diversi comportamenti.
Tra le varie disposizioni, l'articolo 18 del disegno di legge ha attirato particolare attenzione per il suo impatto sulla filiera della canapa.
Questo articolo propone di vietare:
- L'importazione
- La cessione
- La lavorazione
- La distribuzione
- Il commercio
- Il trasporto
- L'invio
- La spedizione
- La consegna
delle infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata. Il divieto si estende anche ai prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli derivati.
Questa disposizione rappresenta un significativo cambiamento rispetto alla legge del 2016, che aveva invece promosso la coltivazione e lo sviluppo della filiera agroindustriale della canapa in Italia.
L'obiettivo dichiarato di questo emendamento è quello di impedire definitivamente il consumo ricreativo della cannabis coltivata legalmente, anche se con basso contenuto di THC (tetraidrocannabinolo), comunemente nota come "cannabis light".
Le preoccupazioni sollevate dalle associazioni di settore
Le associazioni della filiera della canapa in Italia e dei prodotti a base di CBD (cannabidiolo) hanno prontamente reagito a questa proposta legislativa. Hanno denunciato alla Commissione Europea la possibilità che il DDL Sicurezza violi le norme comunitarie, basando le loro argomentazioni su diversi punti:
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Libera circolazione delle merci: Il divieto potrebbe ostacolare il principio fondamentale della libera circolazione delle merci all'interno dell'Unione Europea.
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Libera concorrenza: Le restrizioni proposte potrebbero creare disparità competitive tra gli operatori italiani e quelli di altri paesi membri dell'UE.
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Incompatibilità con la Politica Agricola Comune: Le disposizioni del DDL potrebbero essere in contrasto con gli obiettivi e le linee guida della Politica Agricola Comune dell'UE.
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Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2020: Le associazioni hanno ricordato che, secondo questa sentenza, il CBD non può essere equiparato a uno stupefacente, mettendo in discussione la base legale del divieto proposto.
La risposta della Commissione Europea
In risposta a queste preoccupazioni, la commissaria europea per la salute e la politica dei consumatori, Stella Kyriakides, ha annunciato l'apertura di un'indagine.
L'obiettivo è valutare se le disposizioni presenti nel DDL Sicurezza sulla canapa siano effettivamente conformi ai Trattati e al diritto derivato dell'Unione Europea.
Questa mossa della Commissione Europea è stata accolta con favore dalle associazioni di settore, che avevano precedentemente sollecitato un intervento. In particolare, l'associazione Canapa Sativa Italia aveva scritto direttamente alla Commissione Europea a giugno, denunciando le possibili violazioni e chiedendo l'emissione di un parere circostanziato.
Implicazioni per il mercato italiano della canapa
Se il DDL Sicurezza dovesse essere approvato nella sua forma attuale, le conseguenze per il mercato italiano della canapa sarebbero significative:
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Chiusura di attività commerciali: Numerosi negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di canapa potrebbero essere costretti a chiudere.
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Impatto sull'agricoltura: Gli agricoltori che hanno investito nella coltivazione di canapa industriale potrebbero trovarsi in difficoltà, con una drastica riduzione delle opportunità di mercato.
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Effetti sul settore del CBD: L'industria del CBD, in rapida crescita in tutta Europa, subirebbe un duro colpo in Italia, con possibili ripercussioni anche sul mercato europeo.
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Questioni legali: Si potrebbero aprire contenziosi legali tra operatori del settore e lo Stato italiano, con possibili ricorsi anche a livello europeo.
Il contesto europeo e le possibili conseguenze
L'indagine della Commissione Europea sul DDL Sicurezza italiano si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sulla regolamentazione della canapa e dei suoi derivati nell'Unione Europea. Mentre molti paesi stanno adottando approcci più liberali, soprattutto per quanto riguarda il CBD e la canapa industriale, l'Italia sembra muoversi in direzione opposta.
Questa divergenza potrebbe portare a:
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Isolamento del mercato italiano: L'Italia rischierebbe di isolarsi dal resto del mercato europeo della canapa, perdendo opportunità economiche e di innovazione.
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Precedente legislativo: La decisione della Commissione Europea potrebbe stabilire un importante precedente su come bilanciare le legislazioni nazionali con i principi del mercato unico europeo.
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Dibattito sulla classificazione del CBD: L'indagine potrebbe riaccendere il dibattito sulla classificazione del CBD e dei prodotti derivati dalla canapa a livello europeo.
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Armonizzazione delle normative: Potrebbe emergere la necessità di una maggiore armonizzazione delle normative sulla canapa e sui suoi derivati tra i vari stati membri dell'UE.
Conclusioni e prospettive future
L'indagine della Commissione Europea sul DDL Sicurezza italiano rappresenta un momento cruciale per il futuro della filiera della canapa in Italia e, potenzialmente, in Europa. L'esito di questa valutazione potrebbe avere ripercussioni significative non solo sul piano legislativo, ma anche su quello economico e sociale.
Mentre si attende il responso della Commissione, il settore della canapa in Italia si trova in uno stato di incertezza. Gli operatori del settore sperano che l'intervento europeo possa portare a una riconsiderazione delle disposizioni più restrittive del DDL, allineando la legislazione italiana con le tendenze più liberali osservate in altri paesi europei.
In ogni caso, questa situazione mette in luce la complessità di regolamentare un settore in rapida evoluzione come quello della canapa, evidenziando la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto sia delle preoccupazioni di sicurezza pubblica che delle opportunità economiche e terapeutiche offerte da questa pianta.