L’insonnia è una condizione particolarmente diffusa: si stima che circa un terzo della popolazione dei paesi industrializzati ne soffra o quantomeno ne abbia presentato le sintomatologie proprie dei disturbi del sonno almeno una volta nella propria vita. Tra questo almeno il 10% ha rilevato problemi di insonnia. In Italia l’AIMS, Associazione Italiana di Medicina del Sonno con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale ha condotto uno studio dedicato proprio all’insonnia, denominata “Progetto Morfeo”, finalizzato a ricavare quante più informazioni possibili circa tale problematica, attraverso le esperienze dirette dei pazienti che per arginare il disturbo, si rivolgevano al proprio medico di famiglia.
Preso in esame un campione di 3200 soggetti adulti, il 64% riscontrava problemi di insonnia: tra questi circa il 40% manifestava anche sintomi diurni associati a quelli notturni. L’insonnia sembra inoltre colpire in misura maggiore le donne rispetto agli uomini, così come i pensionati e i disoccupati, rispetto a coloro che quotidianamente svolgono un’attività lavorativa.
Il problema non è dunque da sottovalutare poiché l’insonnia e i disturbi del sonno, non permettono di riposare a sufficienza e in modo consono per l’organismo, determinando stanchezza diffusa e persistente, malessere generale e una scarsa produttività e voglia di fare, finendo per pregiudicare inevitabilmente anche lo svolgimento delle attività più semplici ed elementari. Fortunatamente, al di là delle terapie farmacologiche in senso stretto, esistono rimedi naturali contro l’insonnia in grado di conferire benessere e relax, favorendo il riposo e migliorando sensibilmente la qualità del sonno: in questo articolo vaglieremo le cause proprie dell’insonnia e scopriremo come attenuare il disturbo in maniera efficace e relativamente rapida.
Il CBD: forse il più efficace rimedio naturale contro l’insonnia
Ad oggi la mancanza di sonno provocata generalmente dallo stress da lavoro, della vita quotidiana e dai ritmi frenetici che la società impone, costituisce una problematica piuttosto diffusa, sia tra i giovani che tra gli adulti.
Secondo quanto emerso dagli studi presentati al Congresso della Società europea di cardiologia, tenutosi nell’estate 2018 a Monaco, un soggetto adulto dovrebbe investire dalle 6 alle 8 ore quotidiane al sonno: ridurre a meno di 6 il numero di ore di sonno, sembrerebbe infatti ridurre l’aspettativa di vita, favorendo patologie gravi di carattere cardiaco o legate al sistema nervoso, così come il rischio di contrarre malattie croniche.
Anche nei bambini, così come per gli adolescenti, “dormire poco” può comportare non poche conseguenze, influendo sullo sviluppo cognitivo e fisico. Cali di attenzione, sonnolenza cronica o dimagrimento compaiono tra primi sintomi evidenti dell’insonnia: sostanze quali caffeina, tè, o bevande energetiche stimolanti non compensano affatto le ore di riposo perse, così come l’assunzione di calmanti o sonniferi, può comportare sonnolenza, al pari dei soggetti che non dormono sufficientemente. Fortunatamente esistono rimedi contro l’insonnia che, seppur naturali, offrono benessere e sollievo, favorendo il riposo e migliorando la qualità del sonno: tra questi compare il CBD o cannabidiolo, derivato dalla canapa sativa, spesso assunto sotto forma di olio al CBD.
Sebbene esistano ancora pochi studi sugli effetti del CBD, una ricerca pubblicata sulla rivista Sleep Magazine nel 2013 ha dimostrato come il sistema endocannabinoide sia coinvolto attivamente nella modulazione del sonno, specialmente di nella fase REM, questo poiché concorre nella produzione di melatonina.
Ulteriore importante ricerca è quella condotta dalla GW Pharmaceutical, datata ottobre 2016, casa farmaceutica statunitense che si occupa di produzione di biofarmaci, tra cui l’ormai noto “Sativex”, e che da anni ormai si è focalizzata sulla ricerca relativa alla cura di numerose patologie gravi e invalidanti, attraverso la somministrazione della marijuana terapeutica e relativi derivati della cannabis.
Tale ricerca coinvolgeva una teenager di 16 anni colpita da sindrome post-traumatica da stress, che le aveva provocato un’insonnia cronica: somministrando adeguati dosaggi di CBD, per via sublinguale tramite olio, la paziente ha mostrato notevoli miglioramenti. Il CBD trova dunque ampio impiego nella cura dell’insonnia agendo direttamente sulle cause che la determinano, quali ad esempio la depressione, i traumi psicologici o i forti dolori cronici riportati a seguito di patologie autoimmuni, incidenti o interventi chirurgici.
Proprio il CBD dunque può rappresentare un rimedio naturale ed efficace per l’insonnia così come per tutti i disturbi legati al sonno: spesso integrato in alcuni preparati farmacologici, in combinazione ad esempio con la valeriana, aiuta l’organismo nella produzione di melatonina, la quale regola le fasi del sonno e viene prodotta naturalmente dalla ghiandola pineale. L’integrazione di CBD permette di promuovere un sonno più profondo, e di conseguenza maggiormente ristoratore, risultando in grado di regolarizzare il ritmo circadiano, col vantaggio di non indurre sonnolenza come invece avviene con i sonniferi convenzionali, né di influire negativamente sulle comuni attività giornaliere.
Cos’è l’insonnia, quali sono i suoi sintomi e perché è difficile da diagnosticare
L’insonnia rappresenta una problematica piuttosto comune: seppur in maniera sporadica, colpisce almeno il 50% della popolazione mondiale almeno una volta nella vita. Tale termine determina un quadro piuttosto complesso caratterizzato da uno o più sintomi che spaziano dalla difficoltà nel prendere sonno, ai frequenti risvegli durante la notte, con conseguente fatica a riaddormentarsi e ancora qualità del sonno insoddisfacente e tutt’altro che ristoratore. I soggetti colpiti da disturbi legati al sonno, tendono a soffrire altresì di sonnolenza diurna, stanchezza, spossatezza, irritabilità e difficoltà nella concentrazione e nella memoria.
L’insonnia può essere primaria ovvero non correlata in alcun modo ad altre patologie o disturbi, o secondaria, ove i disturbi del sonno dipendono da differenti variabili quali appunto patologie, stati dolorosi o l’assunzione di particolari farmaci, e ancora dall’abuso di alcolici, dall’ansia, dalla depressione e dallo stress. Proprio lo stress infatti compare tra le cause principali dell’insonnia: tale condizione non permette di rilassarsi, causando una notevole difficoltà nell’addormentarsi, determinando un sonno particolarmente disturbato.
In genere quando i disturbi del sonno tendono a colpire almeno tre notti a settimana, perdurando per un mese o più, si parla di insonnia cronica. L’insonnia acuta invece tende a durare da una notte ad alcune settimane e in questo caso le cause possono essere significativi fattori di stress quali problemi professionali, la perdita del lavoro o di una persona cara, per citare un banale esempio, e ancora fattori esterni e ambientali quali rumori, luci, temperature troppo elevate o al contrario troppo basse, senza tralasciare quei possibili elementi che possono interferire col sonno abituale quali ad esempio il jet lag.
Spesso diagnosticare l’insonnia, a causa dell’eterogeneità dei fattori scatenanti, può essere difficile: tuttavia se i disturbi del sonno tendono a persistere per periodi di tempo eccessivamente prolungati, è sempre consigliabile ricorrere al parere del proprio medico curante.
Come si fa a capire se si soffre d’insonnia
Per comprendere se si soffre di insonnia in maniera significativa occorre valutare attentamente se sussistono le seguenti condizioni:
- La quantità di tempo impiegata per l’addormentamento e quella tra un risveglio notturno e il successivo, risulta uguale o superiore a 30 minuti;
- I disturbi del sonno tendono a verificarsi con una frequenza uguale o superiore a 3 notti a settimana;
- L’insonnia tende ad avere una durata uguale o superiore a 6 mesi.
Nonostante l’insonnia sia comunemente definita come un disturbo del sonno, tale condizione può determinare notevoli ripercussioni, le stesse che generalmente tendono a protrarsi ben oltre il periodo di sonno, interessando in maniera significativa anche le ore di veglia. I soggetti che soffrono di disturbi del sonno, lamentano infatti sonnolenza diurna e un peggioramento delle relative capacità lavorative e correlate alla produttività, riportando sovente elevati livelli di ansia e depressione.
Quali sono gli effetti collaterali a lungo termine dell’insonnia
A lungo termine l’insonnia, specie se cronica, può comportare non poche conseguenze, influendo negativamente sulle più comuni attività della vita quotidiana. I disturbi del sonno comportano infatti astenia, ovvero una stanchezza persistente e significativa nelle ore diurne, disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della memoria, specie sul lavoro, determinando in questo modo un calo importante in termini di produttività.
Il tutto è accompagnato da disturbi dell’umore, ansia, irritabilità e ancora eccessiva sonnolenza diurna, tutti fattori che possono pregiudicare notevolmente qualsivoglia attività, interferendo nei rapporti interpersonali e sociali. Proprio per questo motivo, una condizione quale l’insonnia, non dovrebbe mai essere sottovalutata ma al contrario, sottoposta tempestivamente all’attenzione del proprio medico, o in alternativa di uno specialista, in grado di determinare il trattamento o la terapia più adatta al soggetto.
Quali sono le principali terapie contro l’insonnia
In genere le principali terapie contro l’insonnia sono farmacologiche, specie se tale condizione appare sporadica o occasionale: tuttavia tale scelta da parte del medico o dello specialista, varia in funzione dell’entità del disturbo, mediante somministrazioni calibrate in relazione alle manifestazioni notturne.
Tra i farmaci più comuni contro l’insonnia compaiono le cosiddette benzodiazepine, approvate per l’uso in qualità di ipnotici/sedativi quali il brotizolam, l’estazolam, il lorazepam, il nordazepam, il temazepam e il triazolam. Tali trattamenti possono comportare controindicazioni ed effetti collaterali quali ipersensibilità, insufficienza e depressione respiratoria acuta e ancora insufficienza epatica unitamente al rischio di cadere nella dipendenza. La terapia necessita per questo di essere effettuata sotto stretto controllo e monitoraggio medico e per periodi preferibilmente brevi di massimo 2 o 4 settimane.
Diversamente è possibile ricorrere a terapie non farmacologiche che mirano a trattare il disturbo all’origine, agendo sulla relativa componente psicologica.
La terapia maggiormente accreditata è ad oggi il cosiddetto Trattamento Cognitivo-Comportamentale dell’insonnia, definito spesso con l’acronimo CBTi o Cognitive-Behaviour Therapy for insomnia, un intervento psicologico che può essere individuale o di gruppo, fondato su particolari tecniche che nel corso degli ultimi anni, hanno rivelato un’efficacia significativa nel trattamento dell’insonnia e dei disturbi del sonno. Diversi studi hanno dimostrato che al contempo, anche la Mindfulness, può rivelarsi risolutiva nel trattamento dell’insonnia, specie se opportunamente integrata al Trattamento Cognitivo-Comportamentale.
Ogni terapia psicologica è incentrata di norma su modelli psicofisiologici di regolazione del sonno e su modelli eziologici dell’insonnia, agendo in modo diretto su tutti i fattori che influiscono sulla comparsa e sul mantenimento dell’insonnia, quali comportamentali, fisiologici e cognitivi. Tali interventi appaiono utili e necessari qualora i disturbi del sonno si protraggano sul lungo periodo incidendo in maniera importante sullo stile di vita del soggetto.
Quali sono i principali rimedi naturali efficaci contro l’insonnia
Prima di ricorrere a vere e proprie terapie farmacologiche, la natura gioca un ruolo fondamentale attraverso efficaci rimedi naturali contro l’insonnia: piante officinali dalle spiccate proprietà rilassanti, in grado di indurre il sonno, aiutando a promuoverne la qualità. Rappresentano dunque un’alternativa naturale a farmaci e sonniferi, da assumere mediante oli, infusi, tisane o preparati fitoterapici. Ecco i più comuni e utilizzati:
- Melissa: grazie alle note e comprovate proprietà sedative e ansiolitiche, agisce a livello del sistema nervoso centrale, offrendo un’azione ipotensiva a carico dell’apparato cardiovascolare. Le foglie della pianta di melissa, ricche di olio essenziale, svolgono un’azione calmante sugli stati d’ansia, rivelandosi rilassante e distensiva anche per quanto concerne l’apparato muscolare.
- Tiglio: svolge un’azione prettamente sedativa sul sistema nervoso centrale, aiutando ad allentare le tensioni, a placare irritabilità e nervosismo e a ridurre eventuale emicrania, favorendo il sonno ristoratore.
- Biancospino: svolge anch’esso un’azione sedativa a carico del sistema nervoso, fungendo al contempo da antispasmodico. La relativa azione ipotensiva sul sistema cardiocircolatorio risulta utile in presenza di insonnia, soprattutto nei soggetti particolarmente nervosi, ove riduce l’emotività, alleviando tachicardia, agitazione, angoscia e palpitazioni.
- Valeriana: ad azione rilassante, riduce il tempo necessario all’addormentamento, migliora la qualità del sonno ed è indicata per qualsivoglia disturbo correlato al cattivo riposo, all’ansia e di conseguenza all’insonnia.
- Camomilla: ampiamente utilizzata complice la sua nota azione rilassante, esibisce effetti ansiolitici e antidepressivi. Occorre tuttavia prestare attenzione ai dosaggi poiché elevate concentrazioni possono sortire l’effetto opposto.
- Passiflora: le relative proprietà sono sedative e ansiolitiche. Tali caratteristiche contribuiscono a rendere tale pianta, particolarmente efficace contro l’insonnia poiché in grado di stimolare il sonno fisiologico, privandolo degli sgraditi risvegli notturni.
Un’ulteriore soluzione naturale per ridurre le manifestazioni legate all’insonnia è rappresentata dall’impiego di oli essenziali a base di piante calmanti: questi possono essere integrati nei diffusori per ambiente o assunti per via orale se indicati dal fitoterapista di fiducia. Gli oli essenziali più comuni sono quelli di lavanda, gelsomino, maggiorana e rosa.
In genere le piante officinali trovano ampio impiego sotto forma di tisane o infusi: valida alternativa naturale per combattere l’insonnia è rappresentata non solo dall’olio al CBD, assunto per via orale o vaporizzato mediante appositi dispositivi quali i vaporizzatori per erba, prima di coricarsi in modo tale da conciliare il riposo e il benessere, ma anche e soprattutto dalle tisane alla marijuana, in grado di favorire la distensione, migliorando in maniera incisiva la qualità del sonno.
Alcuni consigli per dormire meglio
Dormire meglio, evitando manifestazioni di insonnia e disturbi del sonno dati da possibili “interferenze”, è possibile: è sufficiente seguire qualche piccolo accorgimento in modo tale da promuovere il riposo, rendendo ottimale la qualità del sonno. Ecco alcuni consigli utili:
- È importante impostare una sorta di “rituale della buonanotte” che promuova il rilassamento quale ad esempio assumere un bicchiere di latte caldo o una tisana, o leggere qualche pagina di un libro prima di coricarsi.
- Utile è senza alcun dubbio cercare di andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora, mantenendo tale regola anche nel caso in cui la qualità del sonno non sia ottimale.
- Fondamentale appare inoltre alzarsi quando non si riesce a dormire: in questo caso può rivelarsi utile fare qualcosa di piacevole e rilassante per poi coricarsi nuovamente non appena il sonno inizia a farsi sentire.
- Meglio non praticare attività fisica dopo cena, questo poiché se svolta quattro ore prima di andare a dormire tende a disturbare il sonno: discorso analogo per le attività intellettuali particolarmente complesse e impegnative.
- Importante evitare di recuperare mediante “pisolini” pomeridiani il sonno perso: si entrerebbe in un loop deleterio al fine di evitare l’insonnia.
- È sicuramente utile al contempo evitare l’utilizzo della camera da letto per svolgere attività abitualmente diurne quali ad esempio mangiare o lavorare al pc.
- Una buona pratica per dormire meglio consiste inoltre nell’evitare bevande quali caffè, tè e cioccolata calda ad azione eccitante, dalle quattro del pomeriggio in poi, questo poiché come i superalcoolici potrebbero compromettere il sonno.
- Sarebbe salutare evitare di fumare, questo poiché proprio la nicotina rappresenta una sostanza ad azione stimolante.
- Al fine di dormire meglio, sarebbe opportuno inoltre evitare di addormentarsi la sera davanti alla televisione.
- In ultimo, ma non certo in ordine di importanza, può aiutare a dormire meglio, mantenere una temperatura fresca all’interno della camera da letto, avendo cura di creare un ambiente preferibilmente buio e silenzioso.
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Dagli oli al CBD alle capsule a base di CBD e cristalli, è possibile fruire di un vasto assortimento di referenze, utili per combattere l’insonnia in maniera naturale e del tutto priva di rischi, valida alternativa ai farmaci convenzionali. Tuttavia suggeriamo sempre di consultare il proprio medico curante in modo tale da stabilire in maniera accurata i dosaggi ottimali di CBD.