Ci sono argomenti e tematiche che, per tutta una serie di motivi, provocano dibattiti infiniti, divisioni politiche e anche tantissime polemiche. Uno di questi è sicuramente riguarda la cannabis light e la sua legalizzazione.
Tema che abbiamo sviscerato in altri articoli che riguardano la legalizzazione per il nostro paese e che potrebbe e dovrebbe, usiamo il condizionale perchè in Italia le sorprese negative sono sempre dietro l'angolo, avere una svolta il 31 maggio e quindi tra poco tempo.
Infatti in quella data la Corte di Cassazione a sezioni unite deciderà sulla liceità o meno del mercato dell’infiorescenza di canapa. Nel caso la sentenza sarà positiva, si presuppone che al suo interno ci saranno indicazioni, norme e regole, che andranno a disciplinare questa nuova branca dell'economia.
Ricordiamo che nel nostro paese non ci sono norme precise riguardanti questo aspetto e ciò crea solo confusione, opinioni diversi e cattiva informazione.
Comunque la Suprema Corte di Cassazione, Sez. VI penale si era già espressa con la sentenza n. 4920/2019, prendendo in considerazione tutti gli aspetti, civili, amministrativi e penali inerenti alla canapa industriale, con particolare focus sulla vexata quaestio delle infiorescenze, apparentemente “dimenticate” dal legislatore nella stesura della legge numero 242 del 2016.
In questa sentenza la corte aveva osservato giustamente che se la legge promuove e sostiene una filiera agroindustriale, la commercializzazione dei prodotti da essa ottenuta rientra nella “natura dell’attività economica” stessa.
La Corte aveva inoltre aderito alle interpretazioni già fornite da alcuni Tribunali di merito (Trib. Ancona, 27.07.2018, Trib,. Rieti 26.07.2018, Trib. Macerata, 11.07.2018, Trib. Asti, 4.07.2018) e dalla dottrina secondo cui la liceità della commercializzazione dei prodotti della coltivazione di canapa industriale rappresenta un corollario logico-giuridico dei contenuti della legge 242 2016.
Nel prossimo paragrafo vedremo insieme la posizione espressa dalle dichiarazioni di Luca Marola, fondatore dell Italian Canapa Business School.
Luca Marola: le sue dichiarazioni
Ultimamente sulla questione si è espresso una voce autorevole e cioè Luca Marola, intervenuto ai microfoni di ‘Tutto in Famiglia’ condotto da Livia Ventimiglia e Annalisa Colavito su Radio Cusano Campus per parlare della New Canapa Economy.
Ecco per voi alcune sue importanti dichiarazioni: "Il fenomeno della cannabis light e della nuova filiera della canapa e delle sue trasformazioni è nata grazie alle legge 242, entrata in vigore nell'inverno 2016.
Il vero boom c’è stato quando, nel maggio 2017 all’Indica Sativa Trade di Bologna, venne presentato il primo barattolo con i fiori di canapa, e così si iniziò a vendere la cannabis light.
Easyjoint fu la prima azienda a lanciare il prodotto. E’ un fenomeno nuovo, che esiste da un anno e mezzo. Sono 2000 mila le nuove partite IVA agricole aperte nel 2018, che hanno come oggetto principale la coltivazione di canapa”.
Marola si è poi concentrato anche sulla questione della disciplina che vogliono crearsi le principali associazioni di categoria agricola, per quanto riguarda le regole da seguire sulle coltivazioni della canapa.
Ultimamente è stato presentato alla Camera dei Deputati il Consiglio nazionale canapa, che ha 2 obiettivi e cioè quello di tutelare i consumatori e anche quello di difendere la canapa commercializzabile, garantendo la qualità del prodotto che è simboleggiata da un bollino di certificazione.
Il fondatore dell’Italian Canapa Business School ha anche sottolineato un aspetto molto importante e cioè il fatto che il mercato della cannabis è stato fatto partire dai growshop, appunto perchè al momento non esiste una definizione del prodotto.
Quindi i growshop vanno apprezzati per essersi preso un bel rischio e cioè quello di diffondere e vendere un prodotto che appariva arduo da commercializzare. Ma anche la questione politica relativa alla divisione ideologica sull'argomento, presente nel nostro governo che preoccupa Marola che ha dichiarato:
"A fine 2017, il giro di affari della cannabis light era di 50 mln annui. Uno studio dell’Università di York, ha dimostrato come il mercato del fiore di cannabis light, e quindi legale, mangi il 12% degli introiti del mercato nero. Sono tutti imprenditori giovani, che operando nel mercato della cannabis light, contrastano le mafie e il loro mercato nero.
L’acquisto nei punti vendita di cannabis light non è normato. Non essendoci una normativa, possono anche capitare degli abusi. E’ probabile che non si sia voluto affrontare politicamente la questione. La composizione di questo strano Governo rappresenta due forze politiche con visioni opposte sulla legalizzazione della cannabis. I 5 stelle sottoscrissero il testo di legge sulla cannabis legale. La Lega, invece, è un partito estremamente reazionario sulla cannabis.
Quindi il Governo preferisce far finta che la questione non esista. Ad oggi sono state depositate circa sette sentenze delle sezioni della Cassazione che hanno tutte opinioni diverse ma che definiscono meglio questo mercato. Con la sentenza di maggio avremo un quadro normativo certo”.
Cos è l'Italian Canapa Business School
Per i nostri lettori più curiosi andiamo a vedere cos è l' Italian Canapa Business School. Essa è la prima realtà che si vuole porre come scuola di alta formazione per il mercato della cannabis.
Il presupposto è che in questo momento la canapa nelle sue mille forme è ormai entrata nel mercato italiano e c’è quindi bisogno di figure specializzate nei vari ambiti che siano in grado di avere una visione panoramica del fenomeno, ma anche un alto livello di conoscenze nel proprio ambito di lavoro.
L'idea è quella di accogliere i futuri attori del settore e dare loro le nozioni necessarie per essere degli imprenditori di successo» raccontano gli organizzatori della scuola che sono persone che questo mercato lo vivono, lo osservano e in alcuni casi lo creano da 15 anni ad oggi.
Quindi una bella iniziativa che dimostra che in Italia non tutte le menti sono chiuse su certi argomenti e che ci sono persone anche nel mondo imprenditoriale che guardano avanti e che hanno il coraggio di mettersi in discussione.
In conclusione vogliamo dirvi che aspetteremo con la giusta attenzione e ansia la sentenza della cassazione del 31 maggio perchè abbiamo la speranza e l'auspicio che ci sia una svolta nel nostro paese.
Molto importante è anche la posizione di Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, che ha dichiarato alla fine del summit di Vienna della Commission on Narcotic Drugs (CND) delle Nazioni Unite.
"Di fronte alle evidenze scientifiche - aggiunge Civati - il governo, con l'agenda dettata sul tema dall'asse Salvini-Fontana, ha scelto un arroccamento imbarazzante.
Ancora di piu' per il Movimento 5 Stelle che, con un sussulto di dignita', dovrebbe spiegare al ministro dell'Interno che il mondo civile sta recependo quanto riportato degli studi. Perche' le guerre, stile Ronald Reagan annunciate dalla Lega nelle scorse settimane, sono state un disastro.
Il prossimo anno, al livello internazionale, si attende una svolta dell'Onu sulla classificazione della cannabis: l'Organizzazione mondiale della Sanita' ha raccomandato la cancellazione dalla tabella delle droghe pericolose, evidenziandone le qualita' terapeutiche e le Nazioni Unite stanno valutando se recepire questa annotazione!".