Il termine hindi ganja (o गांजा gānjā) viene in genere confuso e generalizzato con “cannabis”, sebbene si differenzino tra loro in maniera sostanziale.
In genere è ritenuta la marijuana, vale a dire il prodotto ottenuto dalla lavorazione della cannabis, ovvero la pianta di canapa indica, sativa o ruderalis appartenente alla famiglia delle Cannabaceae.
Prima di comprendere a fondo cos’è la ganja, occorre necessariamente partire dalle varietà di “materia prima” da cui essa si ricava.
La prima varietà di marijuana, la cosiddetta cannabis indica, è originaria delle aree equatoriali: raggiunge in genere altezze piuttosto considerevoli ed è caratterizzata da foglie sottili, le stesse che appaiono tanto note e quanto evocative quando si pensa alla ganja. La varietà di cannabis sativa invece è la più nota, quella che proverbialmente viene assunta a scopo ricreativo, in virtù delle elevate concentrazioni di THC e CBD.
In ultimo compare la varietà ruderalis, la meno nota, coltivata prevalentemente nelle aree fredde e in ottenuta da semi autofiorenti: non disponendo di concentrazioni significative di principi attivi cannabinoidi, viene impiegata in ambito prevalentemente industriale o per promuovere la creazione di nuove varietà ibride.
Certo è che la ganja, fin dall’antichità, rappresenta la sostanza psicotropa e psicoattiva più apprezzata, complici i benefici effetti che la stessa è in grado di conferire, unitamente all’aroma e al sapore inconfondibile dato dalla massiccia presenza di terpeni.
In virtù della relativa popolarità, abbiamo pertanto redatto una guida utile dedicata proprio a come fumare l'erba, in modo tale da apprezzarne tutte le caratteristiche e le innumerevoli sfaccettature, in modo da migliorare la tua esperienza rendendola piacevole, appagante e soddisfacente.
Effetti psicotropi della marijuana
Prima di comprendere quelli che possono essere gli effetti della ganja, occorre definire in maniera capillare quelli che ne sono i principali cannabinoidi, principi attivi responsabili dell’azione che la materia vegetale restituisce all’organismo, una volta assunta.
Il THC o tetraidrocannabidiolo è la sostanza psicotropa e psicoattiva per eccellenza, responsabile del cosiddetto “sballo”, sensazione tanto ricercata da chi assume erba regolarmente. Tale principio attivo agisce stimolando principalmente l’area del cervello deputata al piacere, rilasciando in questo modo dopamina, neurotrasmettitore in grado di determinare una sensazione di relax, benessere ed euforia.
Tuttavia l’esperienza d’uso strettamente correlata al THC può non essere universalmente piacevole: in casi particolari, il THC può generare paura e panico, rendendo più evidenti eventuali manifestazioni depressive in atto. Può altresì determinare paranoia se assunto a dosaggi elevati contribuendo a determinare una perdita del contatto o ancora fenomeni allucinogeni.
Lo stesso THC può inoltre alterare i sensi, comportando al contempo una vera e propria distorsione nella percezione del tempo e dello spazio, riducendo ogni genere di freno inibitorio. Il CBD o cannabidiolo al contrario non presenta alcuna azione psicotropa o psicoattiva: impiegato sovente in ambito terapeutico, in particolare sotto forma di olio al CBD, detiene proprietà rilassanti, antiinfiammatorie e antidolorifiche in grado di lenire il dolore cronico.
Favorisce il riposo e il relax, ridurce ansia e insonnia, migliorando in maniera significativa la qualità del sonno.
Utilissimo miorilassante, viene sovente impiegato nel trattamento del dolore provocato da patologie autoimmuni e osteoarticolari, rivelandosi al contempo un efficace antiossidante. CBD e THC, presenti in elevate concentrazioni, tendono a bilanciarsi, conferendo una piacevole sensazione di benessere che permane a lungo.
In grado di stimolare l’appetito complice la cosiddetta “fame chimica”, la ganja trova ampio impiego anche nel trattamento di pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici, affetti da disordini alimentari o ancora da HIV, che vedono tra gli effetti collaterali delle terapie così come nelle manifestazioni sintomatiche delle proprie patologie, una sostanziale perdita dell’appetito.
Demonizzata, discussa e dibattuta, come sostiene la stessa comunità scientifica, rappresenta una valida terapia alternativa, nonché un efficace rimedio naturale dalle innumerevoli potenzialità benefiche.
Fumare ganja dunque non rappresenta una minaccia, specie se comparata alle innumerevoli sostanze stupefacenti di sintesi, dannose e fortemente deleterie per l’organismo poiché in grado di provocare danni irreparabili, inducendo al contempo pericolose dipendenze.
Come si fuma la Ganja
Che si prediligano tiri morbidi, rilassati e tranquilli, o consistenti boccate di fumo persistenti in gola, fumare erba lascia ampio spazio all’immaginazione e alla creatività, offrendo innumerevoli opzioni differenti circa le modalità di assunzione.
Di fatto dunque non esiste un modo migliore in assoluto per fumare la pregiata materia vegetale: decidere non è semplice e tutto appare sempre molto soggettivo. Ideale è dunque provare e sperimentare fino a trovare la configurazione più gradevole e piacevole al gusto e in grado di restituire effetti marcati e persistenti dati dai cannabinoidi tipicamente presenti nella marijuana.
In India, e in particolare nelle regioni dell’Himalaya dove la ganja è addirittura ritenuta sacra, da secoli viene fumata per mezzo di chilum, particolari pipe in legno che ne esaltano il caratteristico aroma, rendendone pressoché immediati gli effetti. Evitando dunque di miscelare la materia vegetale al tabacco, come si è soliti fare generalmente, è possibile assaporarne il piacevolissimo gusto, percependo al palato il gusto intenso della resina.
Gli intenditori, che in genere apprezzano boccate “potenti” e particolarmente corpose, apprezzano l’utilizzo del bong: tale strumento si presenta in molteplici forme, misure e materiali, offrendo l’opportunità di fornire una notevole quantità di fumo per ogni singolo tiro.
Tra i vantaggi principali dati dall’utilizzo del bong per fumare, compare senza alcun dubbio la presenza di acqua in esso contenuta: permette infatti di raffreddare il fumo, comportandosi al contempo come un vero e proprio filtro in grado di ridurre al minimo la presenza di sostanze estranee alla materia vegetale quali la nicotina. Dal vetro all’acrilico, fino ad arrivare al silicone, non è certo difficile trovare lo strumento più adatto ad assecondare le esigenze più specifiche.
Valida alternativa al bong sono senza alcun dubbio le pipe in vetro, facilmente trasportabili e utilizzabili anche dai neofiti, si presentano esibendo stili, materiali e colorazioni differenti, permettendo di fruire anche in questo caso di boccate corpose e soddisfacenti, col vantaggio di risultare compatte e particolarmente discrete.
Se al contrario per fumare si prediligono metodi tradizionali, rollare una canna appare senza alcun dubbio la soluzione più indicata oltre a risultare anche la più economica: tale pratica necessita infatti del solo utilizzo di cartine, sempre più sottili in modo tale da consentire una combustione ultra lenta per un’esperienza di assunzione rilassante e distensiva.
Negli Stati Uniti spopolano i cosiddetti blunt, prodotti a base di tabacco ma sempre più spesso impiegati proprio per fumare in modo pratico e veloce. Rispetto ad uno spinello, i blunt garantiscono una maggiore durata e si prestano a ospitare al proprio interno considerevoli quantità di materia vegetale, permettendo in questo modo l’eventuale “condivisione” o, in alternativa, uno sballo particolarmente intenso e duraturo.
La presenza di tabacco rende tuttavia tale metodo il meno salutare tra quelli a disposizione, complice la notevole quantità di nicotina che inevitabilmente finisce per essere assunta.
La continua evoluzione del settore cannabico ha recentemente introdotto i cosiddetti vaporizzatori personali che, sebbene non riproducano l’esperienza di fumo al pari di una comune canna, appaiono notevolmente più salutari.
Questo perché oltre a non necessitare dell’uso di tabacco, non prevedono processi di combustione, ma si limitano a surriscaldare la marijuana, restituendone tutti gli aromi e cannabinoidi in essa presenti, in maniera particolarmente concentrata.
La vaporizzazione, oltre a valorizzare le caratteristiche, offre al contempo l’opportunità di utilizzare in alternativa olio di CBD o cristalli di CBD, risultando in questo modo tra le soluzioni senza dubbio più versatili e innovative.
Ma in Giamaica è legale?
Solo fino a qualche anno fa, in Giamaica, a dispetto di quanto si possa credere, complice la crescente diffusione della religione rastafariana, la ganja era ritenuta illegale, comportando pesanti pene rivolte agli assuntori abituali e suscitando non poco malcontento tra gli stessi rastafariani, indotti in questo modo alla “ribellione”: basti pensare come nel 1963, l’evento oggi conosciuto come “Bad Friday”, determinò l’arresto di oltre 400 persone devote a Rastafari.
Fortunatamente nel 2015, dopo anni di proibizionismo, l'erba è stata fortunatamente depenalizzata anche in Giamaica, consentendone l’uso personale, religioso e terapeutico: questo tuttavia non rende l’assunzione completamente lecita poiché la Legge in vigore in territorio caraibico parla chiaro.
Il possesso di marijuana è tollerato fino a un massimo di 3 once, pari a 56 grammi per i quali è prevista una semplice sanzione pecuniaria: quantità maggiori al contrario comportano l’arresto immediato e pene detentive stabilite dal Giudice. Perfettamente legale è invece l’utilizzo di ganja a scopo terapeutico e medico previa prescrizione medica: quest’ultima offre infatti libero accesso all’uso di marijuana, anche se emessa dal sistema sanitario del Paese di provenienza.
Buone notizie dunque anche per i turisti che, se affetti da patologie croniche o sottoposti a terapia del dolore che preveda l’uso di cannabis terapeutica e derivati, possono stare tranquilli e vivere la Giamaica nella totale libertà.
Dunque, pur non essendo ancora considerata legale al 100%, appare notevolmente più accessibile: in territorio Giamaicano ogni famiglia può coltivare fino a 5 piante, purché tale coltivazione veda come unico scopo l’uso personale.
Regola morale, ma non certo meno importante, è poi quella di non recare vari disturbi ai soggetti non fumatori, limitando l’assunzione solo dove consentito, mantenendo almeno 5 metri di distanza come previsto dalla legge locale o sfruttando eventuali aree attrezzate.
La Ganja è legale in italia?
La questione della legalità della ganja, o cannabis, in Italia è un argomento complesso e spesso frainteso. In Italia, la cannabis non è legale per uso ricreativo, ma esiste una distinzione tra la cannabis tradizionale e la canapa legale.
La cannabis tradizionale, con un alto contenuto di THC (il principale componente psicoattivo), è considerata una sostanza illegale e il suo possesso, coltivazione e vendita sono punibili per legge.
Tuttavia, la situazione è diversa per quanto riguarda la canapa legale.
La canapa legale, anche conosciuta come cannabis light, è una variante della pianta di cannabis con un basso contenuto di THC (inferiore allo 0,2%) e un alto contenuto di CBD (cannabidiolo), un componente non psicoattivo.
In Italia, la coltivazione e la vendita di canapa legale sono state legalizzate nel 2016 con la Legge n. 242, che ha permesso l'uso di questa pianta per scopi industriali, alimentari e di ricerca.
Ciò significa che i prodotti derivati dalla canapa legale, come oli, infiorescenze e alimenti, possono essere legalmente acquistati e consumati, a condizione che rispettino i limiti di THC stabiliti dalla legge.
È importante sottolineare che, nonostante la legalizzazione della canapa legale, l'uso ricreativo della cannabis tradizionale rimane illegale in Italia.
Le leggi in vigore prevedono sanzioni amministrative e, in alcuni casi, penali per il possesso, la coltivazione e la vendita di cannabis con un alto contenuto di THC.
Tuttavia, il dibattito sulla legalizzazione della cannabis a scopo ricreativo è in corso, con alcune proposte di legge presentate in Parlamento per modificare l'attuale quadro normativo.