A partire dall’Ottobre 2007, la Conferenza Unificata Stato-Regioni ha regolamentato in modo ufficiale l’obbligatorietà di sottoporsi a periodici test antidroga o drug test, ad alcune categorie di lavoratori, questo poiché le suddette possono comportare particolari rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi. Al contempo ha imposto anche una serie di sanzioni a carico del datore di lavoro, qualora non applichi le norme a rispetto di tale legge.
Il drug test sul lavoro appare dunque di fondamentale importanza poiché l’eventuale assunzione, seppur sporadica, di sostanze stupefacenti o psicotrope, come ad esempio nel caso del THC nella cannabis, può comportare un’alterazione della percezione e delle capacità psicofisiche, risultando deleteria e pericolosa qualora si svolgano mansioni ad alto rischio che richiedono particolare attenzione. In questa guida scopriremo dunque tutto quello che è necessario sapere sui drug test lavoro, cosa impone la Legge italiana e come comportarsi a fronte della positività a tale tipologia di analisi.
Cos’è e quando si effettua il test antidroga sul lavoro
Il test antidroga, conosciuto anche come drug test, e ancora esame tossicologico o test antidoping in ambito sportivo/agonistico è un esame concepito per evidenziare la presenza di una o più sostanze stupefacenti o psicotrope, rilevabili nel sangue, nel capello, nella saliva, nel sudore e nelle urine. Esistono pertanto differenti tipologie di drug test, sebbene il più comune sia proprio quello relativo alle urine, disponibile anche in farmacia.
Non solo è quindi possibile rilevare tracce di una o più sostanze simultaneamente ma anche effettuare tale test in autonomia e comodamente a casa propria, in modo tale da non farsi cogliere impreparati a fronte di un test ufficiale eseguito ad esempio in ambito lavorativo.
Il drug test delle urine assicura pertanto un risultato immediato, rilevando istantaneamente se all’interno dell’organismo, circolino quantità di stupefacenti tali da superare le concentrazioni tollerate dalla Legge: facile anche la stessa esecuzione poiché ogni indicazione utile è riportata sul foglietto illustrativo presente nella confezione, unitamente ad una guida all’analisi dei dati raccolti.
Altre tipologie di esame, come il comunissimo esame ematico, necessitano invece di approfondite analisi di laboratorio al fine di rilevare e quantità di stupefacente presenti: viene da sé che il drug test delle urine, risultando comunque affidabile, appare come la soluzione più pratica da mettere in atto anche e soprattutto in ambito lavorativo.
Generalmente le sostanze psicoattive e psicotrope che vengono rilevate dai drug test, sono nello specifico la marijuana o cannabis, la cocaina, gli oppiacei in generale, le anfetamine e ancora steroidi e barbiturici, i cui effetti possono alterare la percezione e la motilità, riducendo la sicurezza necessaria ad esempio proprio sul lavoro, specie se la mansione comporta già di per sé dei rischi. Molti datori di lavoro effettuano ad esempio di prassi il test THC proprio per questo motivo, individuando in questo modo la concentrazione di THC nel sangue.
Tuttavia le situazioni e i contesti in cui il test antidroga o drug test appare utile, sono innumerevoli. Ecco i principali:
- Drug test sul lavoro: il datore di lavoro ha la facoltà di richiedere ai propri dipendenti, di sottoporsi al drug test lavoro, prima di procedere all’assunzione effettiva, così come in seguito alla stessa e a scopo di controllo. Obiettivo del test è individuare i soggetti presenti sul posto di lavoro, che facciano uso di sostanze stupefacenti o ancora appurare l’eventuale svolgimento delle attività lavorative sotto effetto di droghe.
- Test antidroga per attività sportive e agonistiche: sono soliti sottoporsi a questa tipologia di drug test, tutti gli atleti professionisti che, svolgendo discipline agonistiche, possono assumere sostanze dopanti in grado di migliorare la prestazione sportiva. In genere questi screening vengono svolti tuttavia a campione.
- Test antidroga per cause legali o forensi: il drug test può essere di fatto richiesto anche in fase di accertamento durante le indagini relative a incidenti stradali o procedimenti penali e giudiziari.
- Verifiche da parte delle Forze dell’Ordine circa l’utilizzo di droghe: qualora le Autorità sospettino che un soggetto abbia fatto uso di sostanze stupefacenti, mettendosi successivamente alla guida, o ancora ne presagiscano l’utilizzo abituale, hanno la facoltà di richiedere un test antidroga, pena l’immediata denuncia, se negato.
- Drug test e monitoraggio medico: qualora un soggetto stia seguendo una terapia farmacologica a base di oppiacei, il medico curante ha la facoltà di verificare che venga assunta la corretta concentrazione di sostanze, onde evitare abusi.
Occorre altresì tenere presente che, qualora il lavoratore è di fatto un assuntore occasionale di stupefacenti, è possibile pulire il THC nelle urine in modo naturale, limitando il rischio di positività al test.
Drug test sul lavoro: cosa dice la Legge italiana
La Gazzetta Ufficiale n.236 del 08/10/2008 promuove la Legge relativa alla Medicina sul lavoro, la stessa che dispone l’obbligatorietà dei drug test lavoro, da parte dei lavoratori appartenenti al settore dei trasporti, dei conducenti di autobus, treni e navi, dei piloti di aerei, e controllori di volo, e ancora degli addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, così come per quanti maneggino abitualmente sostanze potenzialmente pericolose quali gas tossici, fuochi d’artificio ed esplosivi.
La Legge italiana è particolarmente chiara a riguardo: pene particolarmente severe previste per il datore di lavoro, qualora non rimuova da tali mansioni il lavoratore, qualora appurata la relativa tossicodipendenza mediante drug test. È infatti previsto in questo caso l’arresto da 2 a 4 mesi e una sanzione pecuniaria pari a oltre 25mila euro.
Qualora il lavoratore rifiuti di effettuare il drug test lavoro, va incontro all’arresto fino a 15 giorni unitamente a una sanzione pecuniaria che varia da 103 a 309 euro, oltre ovviamente al licenziamento. Tutti i test antidroga, i cui costi sono interamente a carico del datore di lavoro, prevedono visite mediche e specifici esami di laboratorio, questo con l’obiettivo di prevenire infortuni e incidenti sul lavoro, sospendendo il lavoratore qualora risulti positivo agli stessi. L’intento è inoltre quello di promuovere il recupero del lavoratore stesso dalla tossicodipendenza, avviando specifici programmi di riabilitazione, grazie ai quali potrà fruire del successivo reinserimento alle mansioni previste.
La stessa Legge, qualora il lavorare accetti di sottoporsi al percorso di riabilitazione, impone che si eviti il licenziamento: qualora invece venga accertato semplicemente un utilizzo occasionale di sostanze stupefacenti, quali ad esempio cannabis o marijuana, il medico preposto può rivalutare l’inidoneità alla mansione, previa consultazione col Ser.T e ulteriori accertamenti a carico del soggetto assuntore. Prevista altresì l’opportunità del lavoratore di essere deputato a mansioni differenti, che presentino una minore responsabilità a suo carico.
Come viene richiesto ed effettuato il test
Ogni datore di lavoro, prima di adibire il lavoratore all'espletamento di mansioni che presentino un elevato livello di rischio per la sicurezza, ha l’obbligo di nominare un medico competente e di richiedere l’espletamento di tutti gli accertamenti sanitari del caso, comunicando il nominativo del lavoratore interessato: sarà dunque il medico a verificare la mancata assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, sottoponendolo a specifici drug test.
Nello specifico l’iter necessario prevede che il medico competente comunichi la data e il luogo della visita al lavoratore, con almeno un giorno di anticipo ed entro 30 giorni dalla richiesta del datore di lavoro.
Esistono tuttavia casi specifici che prevedono da parte del datore di lavoro, la richiesta di visite mediche periodiche per tutti i lavoratori addetti a mansioni specifiche ad alto rischio: in questo caso lo stesso datore di lavoro deve comunicare al lavoratore interessato quella che sarà la data e il luogo dell’accertamento che dovrà essere comunque svolto all’inizio del turno di lavoro. Il test antidroga, di per sé particolarmente semplice, prevede il prelievo e la successiva analisi di un campione biologico prelevato dal lavoratore: può trattarsi dunque di un campione di sangue, di urine, un capello o un tampone salivare a seconda del caso.
Qualora il lavoratore rifiuti di effettuare il drug test lavoro, sarà la struttura sanitaria competente a disporre, entro i dieci giorni successivi, un nuovo accertamento. A fronte di un ennesimo rifiuto immotivato, il datore di lavoro, in assenza di mansioni alternative e a rischio ridotto, dovrà sospendere il lavoratore in via temporanea fintanto che non venga realmente accertata l’assenza di tossicodipendenza.
Tale percorso costituisce i cosiddetti accertamenti tossicologici di 1° livello che, qualora facciano emergere la positività del lavoratore, lo stesso verrà considerato temporaneamente inadatto a svolgere la mansione affidatagli, per poi essere segnalato alla struttura sanitaria competente al fine di effettuare ulteriori approfondimenti di 2° livello.
Qualora gli accertamenti tossicologici di 2° livello, risultino analogamente positivi, i dati raccolti verranno comunicati al medico competente che, a sua volta certificherà l’inidoneità, seppur temporanea del lavoratore, informando il datore di lavoro. Quest’ultimo dovrà poi provvedere a cessare nell’immediato l’espletamento della mansione assegnata al lavoratore.
Il lavoratore avrà dunque il diritto di frequentare programmi di recupero o, in alternativa di scegliere volontariamente la sospensione immediata del rapporto di lavoro.
Quali sono le mansioni per le quali il test è obbligatorio
Il Provvedimento del 18/09/2008 stabilisce tutte le mansioni per le quali il drug test lavoro risulta obbligatorio così come eventuali accertamenti periodici disposti dal datore di lavoro. Di seguito ecco tutte le attività che possono comportare particolari rischi per la sicurezza, l'incolumità e la salute proprie e di terzi.
· Tutte le attività che prevedono l’impiego di gas tossici, materiali nucleari, esplosivi e fuochi d’artificio.
· Tutte le attività di trasporto che prevedano la guida di veicoli stradali per i quali sia richiesta una patente di guida categoria C, D, E. Sono altresì sottoposti a test periodici antidroga, i conducenti di treni e veicoli che viaggino su binari, i controllori e assistenti di volo, il personale aeronautico e navale, mercantile o passeggeri, gli addetti ai pannelli di controllo del movimento nel settore dei trasporti e ancora gli addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci.
· Tutte le attività che prevedano l’impiego di addetti e responsabili della produzione, del confezionamento, della detenzione, del trasporto e della vendita di esplosivi.
Cosa succede se sei positivo al test?
Qualora il medico competente, a seguito della conferma da parte della ASL, accerti la positività a sostanze stupefacenti o psicotrope da parte del lavoratore, del lavoratore a sostanze stupefacenti, provvede a informare nell’immediato il lavoratore che verrà dirottato al Ser.T al fine di ottenere la certificazione prevista secondo la normativa, la quale stabilisce se lo stesso rappresenta un assuntore occasionale o un tossicodipendente.
Qualora il lavoratore risulti tossicodipendente in via definitiva, verranno ripetute le analisi delle urine ed effettuata l’analisi del capello, esami accompagnati da una ulteriore visita medica.
Ottenuta la certificazione, il medico competente dovrà sottoporre il lavoratore a una serie controlli a sorpresa, effettuati una volta al mese, per un periodo di 6 mesi: qualora i risultati ottenuti risultino dunque positivi, il lavoratore avrà la facoltà di svolgere le mansioni sospese in precedente.
Al contrario, qualora venisse trovato positivo al drug test lavoro effettuato dal Ser.T circa la presenza di THC nel sangue o sostanze psicoattive, dovrà essere sospeso dai propri incarichi e invitato dal datore di lavoro a intraprendere un percorso di cura e riabilitazione.
Se si è positivi si perde posto di lavoro?
Qualora il dovesse risultare positivo al test antidroga ed essere ritenuto un assuntore abituale di sostanze stupefacenti e di conseguenza tossicodipendente, lo stesso verrà in primis sottoposto ad analisi delle urine e a una successiva e ulteriore visita medica. Tale iter tuttavia tutela la privacy del lavoratore e avviene in modo estremamente discreto: il soggetto può pertanto restare nell’anonimato poiché il Ser.T non è tenuto a informare alcun organo esterno di quanto rilevato.
A fronte dell’esito positivo di un drug test lavoro, il lavoratore, come accennato precedentemente, dovrà sottoporsi a periodici controlli a sorpresa con relativa sospensione delle mansioni ad esso attribuite, revocata solo a fronte di esiti negativi ripetuti nell’arco temporale di 6 mesi.
Tuttavia il rischio di perdere il lavoro può essere elevato, specie per i lavoratori che siano soggetti a contratto a tempo determinato.
Gli accertamenti previsti durante il periodo di sospensione del lavoratore dalla mansione, sono comunque a carico del datore di lavoro e tale provvedimento, resta una conseguenza diretta e certa a fronte dell’effettiva positività al drug test. Questo fortunatamente non esclude la possibilità di reintegro, una volta accertata l’avvenuta riabilitazione del soggetto.
Il CBD viene rilevato da un test antidroga?
I drug test lavoro vengono in genere effettuati al fine di accertare l’eventuale presenza di THC nel sangue o nelle urine e del relativo metabolita. Questo significa che il CBD di norma non viene contemplato nelle suddette analisi poiché non essendo in alcun modo psicoattivo, non desta mai particolare preoccupazione nel datore di lavoro. Tuttavia, essendo il CBD derivato dalla cannabis, se utilizzato secondo dosaggi particolarmente elevati quali quelli presenti nella cannabis terapeutica, impiegata nel trattamento di patologie particolarmente invalidanti accompagnate da dolore cronico, può comunque determinare un esito positivo al test antidroga, a causa dell’accumulo di moderate concentrazioni di metaboliti.
Tale “anomalia” potrebbe comunque essere facilmente “smontata” mediante una semplice gascromatografia-spettrometria di massa. Occorre in ultimo tenere presente anche che, essendo il CBD un cannabinoide ricavato dalla canapa sativa, se ottenuto da varietà ritenute industriali, sebbene depotenziate, a fronte di analisi antidroga potrebbe accompagnarsi analogamente a moderate dosi di THC, finendo per falsare i risultati del test. Prima di assumere cannabis o marijuana senza THC è sempre e comunque opportuno verificare la concentrazione di THC che, seppur contemplata dalla legge, potrebbe alterare il risultato del drug test lavoro, comportando in questo modo non poche problematiche.