Coltivare canapa in Italia è legale oppure no? Esistono dei limiti? Quali sono le piante coltivabili e quelle che si devono evitare?
Recentemente si è tornato a parlare di legalizzare la cannabis, creando molta confusione nella mente di chi ha poca dimestichezza in materia. In questo articolo ci focalizziamo sulle leggi italiane per la coltivazione della cannabis in Italia e cerchiamo di comprendere quali sono i limiti da osservare per non incorrere nelle sanzioni o nelle pene previste.
Coltivare la canapa in Italia: la legge
Coltivare la canapa in Italia è illegale; a meno che non si tratti di piante di varietà sativa, fra le presenti nel Registro europeo delle Sementi, redatto dall'Unione Europea. Le varietà della cannabis light o sativa ammesse dalla legge hanno caratteristiche ben precise: il principio attivo del tetraidrocannabinolo (THC) presente nella pianta deve essere inferiore allo 0,6 %; così i prodotti derivati da essa non devono contenere THC superiore allo 0,2 %.
La legge stabilisce quali sono le varietà ammesse e definisce l'obbligo di comunicare la cultura nella caserma dei Carabinieri - Corpo Forestale dello Stato del territorio di appartenenza. La comunicazione non serve ad ottenere un permesso specifico, ma permette alle forze dell'ordine di avere contezza della quantità di colture avviate nel proprio territorio e monitorarne l'andamento.
Se si coltiva una pianta di canapa con infiorescenze contenenti THC superiore allo 0,5%, secondo la circolare del Ministero dell'interno datato al 31 luglio del 2018, si stanno coltivando a tutti gli effetti sostanze stupefacenti, pertanto la coltivazione della pianta risulta essere “offensiva”.
Si incorre, quindi, nelle ricadute penali previste dalla legge. La stessa legge si applica anche in materia di commercializzazione della pianta. Per le farmacie, invece, si richiede una procedura a parte che ammette anche la coltivazione e il commercio di cannabis con alti livelli di THC, purché rientri nella varietà specifica di cannabis terapeutica.
Cannabis legale in Italia
Quando si parla di cannabis con THC inferiore allo 0,6% ci si riferisce alla cannabis sativa o light. Queste varietà presenti nel Registro Europeo sono considerate non solo legali, ma anche utili in vari settori di produzione; anche se le autorità non hanno ancora provveduto a chiarire alcune contraddizioni presenti nei decreti legislativi sulla coltivazione.
L'articolo 6 del 2016 ha stabilito alcune risorse
economiche da destinare annualmente per la produzione di canapa sativa e
per la sua trasformazione presso diversi settori industriali. Le
risorse "a valere sui piani nazionali di settore di propria competenza",
sono fissate nel limite di 700.000 euro.
Attenzione all'offensività della coltivazione
Quando si coltiva la canapa a scopo personale, ossia, nella propria casa, si deve prestare attenzione alla varietà della pianta e ai principi attivi contenuti al suo interno; altrimenti si può rischiare di diventare "coltivatore offensivo".
Il bene giuridico tutelato dalla norma è la salute pubblica; pertanto, secondo le Sezioni Unite l'offensività della coltivazione si riferisce al tipo botanico della cannabis in questione, ossia, se la pianta ha o non ha le qualità per poter produrre sostanze stupefacenti.
Coltivare la canapa in Italia è di "tipo offensivo" quando: “dalle piante, anche se non giunte a maturazione, si possono ricavare sostanze stupefacenti”.
L'offensività della coltivazione scatta a prescindere dalle dosi estraibili. È sufficiente che la pianta contenga principi attivi droganti e possa produrre sostanze droganti.
Così, il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti scatta "a prescindere dalla quantità di principio attivo ricavabile nell'immediatezza. Sono sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto all’ attitudine, anche per la modalità di coltivazione, a produrre sostanze stupefacenti".
Sanzioni e pene per la coltivazione illegale della cannabis
Se si coltiva cannabis non sativa, considerata offensiva per la salute pubblica, si viene puniti con due tipologie di pene: reclusione da 6 a vent'anni e multe da 26 mila a 260 mila euro.
Se la condotta viene giudicata di lieve entità la pena può essere ridotta, con il periodo di reclusione che va dai 6 mesi ai 4 anni; mentre per quanto riguarda la multa si va dai 1.032 euro a 10.329 euro.
L'entità del reato viene misurata caso per caso, valutando:
mezzi utilizzati
modalità
circostanze dell'azione
qualità
quantità delle sostanze
Quante piante di canapa si possono coltivare?
Secondo la Corte di Cassazione si può escludere la rilevanza penale per le coltivazioni di 11 piante di canapa. La coltivazione uguale o inferiore a tale numero è considerata di tipo domestico, purché non si utilizzino strumenti e tecniche diverse da quelle ammesse dalla legge.
Le condizioni accettabili per coltivare cannabis a casa, senza rischiare conseguenze penali sono:
utilizzare tecniche di coltura rudimentali
numero di piante inferiore a 11
tipo botanico della pianta
mancanza di indici d'inserimento nell'ambito del mercato degli stupefacenti
destinazione in via esclusiva all'uso personale
Commercio canapa: come e quali prodotti sono ammessi?
In Italia è possibile commerciare solo prodotti derivati dalla cannabis legale, ossia a basso contenuto di THC . Le piante di varietà sativa possono contenere elevate percentuali di CBD, ma questo principio attivo non è considerato dannoso per la salute.
La coltivazione di cannabis sativa è ammessa, quindi, dalle autorità competenti solo se non contiene sostanze dichiarate dannose per la salute.
Prodotti al CBD
In data 1 ottobre 2020 il Ministero della Salute ha emesso un decreto in cui include "le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis". È, però, grazie alla sentenza del 19 novembre 2020 della Corte di Giustizia che si chiarisce la possibilità di commercializzare il CBD e i suoi derivati in tutto il territorio europeo senza limitazioni.
La Corte di Giustizia ha osservato, basandosi sui dati scientifici che il CBD non provoca effetti psicotropi e nocivi per la salute. La commercializzazione di prodotti contenti CBD è pertanto consentita.
La cannabis terapeutica è legale?
La cannabis terapeutica è una varietà ammessa in Italia per la coltivazione e trasformazione a scopo medico. Si tratta della cannabis FM-2; la quale a differenza delle altre varietà ammesse alla coltura e al commercio, può contenere THC a livelli superiori al limite imposto dalla legge.
Si produce in conformità alle direttive europee in materia di medicinali; questo significa che il processo produttivo è controllato ed eseguito in una officina farmaceutica autorizzata. Per coltivare cannabis terapeutica, infatti, è necessario richiedere un'autorizzazione e senza tale autorizzazione non è possibile coltivare la pianta, né commercializzare i prodotti ricavati.
Pertanto non è legale coltivare cannabis terapeutica nel proprio giardino o sul balcone di casa in autonomia. In Italia solo l'industria farmaceutica, previa autorizzazione governativa, può coltivare canapa terapeutica.
Con questo articolo speriamo di averti chiarito le idee sulla coltivazione della cannabis in Italia, anche se i provvedimenti legislativi sono in continuo aggiornamento. Ti consigliamo, infatti, di tenerti sempre aggiornato per conoscere le nuove disposizioni di legge. Segui il nostro blog per ricevere informazioni in tempo reale.
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Ti aspettiamo alla prossima!