Persone "scomparse" che furono arrestate per motivi politici, o anche semplicemente accusate di avere compiuto attività “anti governative”, e per questo motivo fecero perdere completamente le loro tracce.
Il 24 marzo del 1976 i militari guidati da Jorge Rafael Videla prendono il potere in Argentina, mettendo in atto un piano di sterminio sistematico degli oppositori. Questa è una delle pagine più buie del secolo scorso e che ci riguarda da vicino visto che l’Argentina per gli italiani è una seconda patria e il 40 per cento degli abitanti del Paese sudamericano hanno antenati nel nostro Paese.
Iniziò così la più cruenta dittatura del ventesimo secolo, che perpetrò un genocidio per imporre un modello economico di fame ed esclusione delle maggioranze popolari .
Si stimano circa 30.000 sparizioni durante la dittatura
Si ritiene che, tra il 1976 e il 1983, in Argentina, sotto il regime della Giunta militare, siano scomparsi fino a 30.000 dissidenti o sospettati tali (9.000 accertati secondo i rapporti ufficiali del CONADEP) su 40.000 vittime totali.
Venivano immagazzinati cadaveri in tombe comuni tanto da avviare un processo internazionale per crimini contro l'umanità contro il regime militare.
Molti di loro hanno subito i cosiddetti "vuelos de la muerte", voli della morte. I dissidenti venivano drogati, gli veniva messo del cemento ai piedi, e poi lanciati da aerei che volavano sopra Mar de Plata: così si persero eternamente nel fondo dell'oceano.
Di moltissimi di loro i familiari non potranno piangere neanche il corpo.
Trentamila desaparecidos: il bilancio della dittatura è una ferita profondissima con cui l’Argentina sta facendo ancora i conti.
Le modalità di sequestro e di sparizione delle vittime della repressione fu ideata per perseguire due obiettivi: :
L'assoluta segretezza degli arresti garantì per lungo tempo al regime militare argentino una sorta di "invisibilità" agli occhi del mondo e dovettero passare almeno 4 o 5 anni dall'inizio della dittatura, prima che all'estero si iniziasse ad avere una percezione esatta di quanto stesse accadendo in Argentina.
Il secondo era quello di terrorizzare la popolazione, attraverso la mancata diffusione di notizie in merito alla sorte degli arrestati, limitando in questo modo fortemente, non solo ogni possibile dissenso al regime, ma anche la semplice richiesta di notizie da parte dei parenti
Gli arresti avvenivano molto spesso con modalità da "rapimenti", con squadre non ufficiali di militari che arrivavano a bordo di una Ford Falcon verde scuro senza targa, la cui sola vista suscitava il terrore, e piombavano nelle case in piena notte, sequestrando a volte intere famiglie.
Il colore verde oliva di tutte le unità, il cigolio delle ruote e l'odore di una gomma bruciata, il rumore del motore, i colpi nei sedili posteriori, la chiusura nel bagagliaio posteriore: In Argentina, Ford Falcon è dittatura militare.
Falcon era il modello della multinazionale americana che i militari scelsero come mezzo di spostamento per le loro "task force", le unità di polizia e militari dedicate al rapimento nelle strade di tutto il paese.
L'assoluto mistero sulla sorte degli arrestati fece sì che le stesse famiglie delle vittime tacessero per paura.
La conseguenza di queste modalità fu che nella stessa Argentina, per lungo tempo, il fenomeno rimase taciuto, oltre che totalmente ignorato nel resto del mondo. Una volta arrestate, le vittime erano rinchiuse in luoghi segreti di detenzione, senza alcun processo, quasi sempre torturate, a volte per mesi, e solo in rari casi, dopo un processo sommario e senza alcuna garanzia legale, gli arrestati vennero rimessi in libertà.
Secondo alcune fonti, spesso testimonianze di militari coinvolti nell'operazione, altri furono imbarcati a bordo di aerei militari, drogati e lanciati nel Mar de la Plata, oppure gettati nell'Oceano Atlantico col ventre squarciato da una coltellata ,affinché i loro corpi fossero divorati dagli squali, i cosiddetti vuelos de la muerte, voli della morte.
Le madri di Plaza de Mayo
Il 30 aprile 1977, le madri di molte delle vittime, sparite nella sanguinosa repressione della dittatura militare, hanno iniziato a protestare.
Tuttavia, tutti i tipi di manifestazioni furono vietati e punite e così esse hanno deciso di riunirsi pacificamente in Plaza de Mayo, a marciare in un cerchio, indossando fazzoletti bianchi in testa e in altri casi, pannolini di carta dei loro figli.
Con le foto degli scomparsi, le madri di Plaza de Mayo hanno suscitato l'indignazione della comunità internazionale.
Quel colpo di stato spezza la vita di un’intera generazione: le madri degli scomparsi tentarono, inascoltate, di far sentire la propria voce. Per anni, sequestri, sparizioni, maternità negate, sottrazioni di minori si susseguirono, senza che il mondo si accorgesse o prendesse posizione contro l’immane violazione dei diritti umani in atto.
Un altro fenomeno fu quello delle donne arrestate mentre si trovavano in stato interessante, oppure rimaste incinte a seguito delle violenze subite nei centri di detenzione: molte di loro partorirono mentre erano detenute, molte di esse furono uccise, e i loro figli illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti.
La denuncia e la scoperta degli orrori avvenuti in Argentina durante il regime militare si deve in grande parte all'azione delle Madri di Plaza de Mayo, madri dei giovani desaparecidos che con una protesta pacifica, sfidando il regime, riuscirono a far conoscere alla opinione pubblica il dramma che stava avvenendo nel loro Paese.
La Coppa del Mondo del 1978
La Coppa del Mondo in Argentina fu il veicolo ideale per riconvalidare il regime contro l'opinione pubblica.
La cosa importante era vincere a tutti i costi la gara e, quindi, fece rivivere il sentimento nazionalista, grazie ad una squadra che aveva tra le sue fila campioni del calibro di Mario Kempes e Daniel Passarella.
Tuttavia, il passaggio alla finale dell'Argentina dipendeva da una vittoria sul Perù, di oltre 4 goal.
L'Argentina riusci a vincere contro una squadra nazionale peruviana, che era conosciuta come una rivale di peso e valore.
Si sospettò anche una possibile corruzione della dittatura in Argentina ai leader peruviani, guidati da Rafael Videla e distaccato dall'ex Segretario di Stato degli Stati Uniti, Henry Kissinger.
Infine, l'Argentina fu incoronata campione dopo la vittoria in finale in Olanda: la città vibrò di emozione, nonostante la paura per il terrorismo di stato.
Mentre nel giugno del 1978 allo stadio Monumental della capitale, l’Argentina calcistica festeggia la sua prima coppa del mondo, non poco lontano, nella Scuola Meccanica della Marina di Buenos Aires, i ragazzi sequestrati vengono ripetutamente torturati, e fatti sparire.
La musica argentina contro il governo
Molti musicisti e artisti furono costretti all'esilio o furono arrestati o scomparvero.
La censura di dischi e canzoni, l'incendio di libri e film erano all'ordine del giorno durante l'era del "piombo". Gli album di Horacio Guaraní, Mercedes Sosa e Víctor Heredia, ad esempio, sono stati eliminati da ogni circolazione quando considerati, per i militari, strumenti per inviare messaggi subliminali, risvegliare le coscienze e incoraggiare il caos e il disordine.
L'ultima dittatura militare, aveva tra i suoi obiettivi, installare una nuova politica economica, distruggere le organizzazioni rivoluzionarie, imporre il panico e la paura nella società e costruire un nuovo immaginario sociale, basato sulla cultura del consumo e dell'individualismo.
La musica, la letteratura, il cinema e ogni altra produzione culturale e artistica non erano solo vittime della censura e della persecuzione, ma la stessa dittatura cercò di usarli per cancellare qualsiasi territorio culturale, sociale e politico che potesse spiegare cosa fosse successo, oltre a creare una realtà fittizia che ha sommerso il paese in silenzio.
Il rock nazionale non era estraneo a questo tempo, le metafore sembravano essere l'unica risorsa per essere in grado di evitare le barriere della censura.
Qualunque sia lo stile, non è, ovviamente, la prima volta che la musica agisce come un luogo di espressione e resistenza contro una certa oppressione.
Media come televisioni e radio hanno sempre dimostrato di essere in grado di influenzare l'opinione generale e l'inconscio collettivo e così ha fatto in Argentina, durante la crudele dittatura militare, durante gli anni Settanta.
La musica rock e popolare ha fortemente influenzato l'opinione pubblica, poiché artisti e cantanti sono diventati interpreti della società oppressa, anche dopo la fine della dittatura, fino ai giorni nostri.
Gli slogan politici presero la forma di poesie o parole per cantare, commentando la lotta per la giustizia e i diritti umani.
Associazioni come Madri di Plaza de Mayo hanno organizzato negli ultimi 20 anni numerosi concerti in cui gruppi rock si sono esibiti per gridare il loro disprezzo verso coloro che hanno commesso torture e omicidi, protetti da poteri speciali e posizioni ufficiali.
Molti figli e figlie di persone scomparse prendono parte a band diverse, come l'efficace Actitud Marìa Marta con il suo rap aggressivo; altre band, come Todos Tus Muertos o Los Fabulosos Cadillacs, sono particolarmente impegnate e osano usare parolacce per criticare e accusare i governatori per i loro crimini.
Durante la dittatura, le università erano controllate dalle autorità militari ed i giovani si rifugiarono nel rock argentino.
Di fronte all'impossibilità di mantenere le loro organizzazioni senza censura, i giovani formarono un movimento musicale in contrapposizione con il sistema, in un periodo storico in cui ogni espressione veniva messa in discussione.
Il periodo 1976-1977 fu segnato dall'immensa quantità di concerti rock nazionali, molti dei quali al Luna Park, il più grande stadio al coperto di Buenos Aires con una capacità di 15.000 persone .
Questi concerti servivano più a uno scopo sociale che musicale e furono un esempio di un atto politico nascosto: poiché gli spazi per le attività politiche erano completamente proibiti, i concerti hanno offerto un nuovo ambiente in cui i giovani potevano incontrarsi, sfidando l'individualismo imposto dalla politica del regime .
I concerti erano come rituali di resistenza, in cui la musica era il mezzo di comunicazione e dove, molte volte, le canzoni che erano state censurate venivano suonate in pubblico. Alla la fine del 1977 fu consigliato agli organizzatori del concerto di interromperli.
Quell'anno è stato molto difficile per i musicisti rock , e alcuni tra loro hanno dovuto lasciare il paese per continuare a lavorare.
Davanti a un governo militare che convocava i giovani per garantire il successo del processo, ma che, allo stesso tempo, reprimeva i giovani, censurava le loro espressioni artistiche e politiche e proibiva la libertà di espressione, quella stessa gioventù scelse il rock per dissentire .
Forse perché il processo non aveva una forte identità musicale, il rock occupava quello spazio vuoto .
Il rock argentino, in generale, non mirava alla musica da ballo, ma metteva il suo accento nelle lettere e in una sperimentazione musicale: attraverso i loro testi, i musicisti hanno creato una forma alternativa di protesta, formando un movimento contro culturale che ha proposto un'identità che sfidava l'ideologia dell'esercito.
Se la dittatura diceva che i giovani erano confusi, gli stessi giovani uscivano per riunirsi in concerti di massa dove dimostravano la fermezza delle loro convinzioni. I giovani sembravano avere i loro valori chiari, che non coincidevano con quelli proclamati dal Governo. Nei concerti, come detto sopra, molte volte hanno ascoltato le canzoni che erano state bandite o i testi originali delle canzoni, che dovevano essere cambiati negli studi di registrazione.
Quindi, il rock era legato alla sovversione non solo per il contenuto dei suoi testi, ma anche per il suo atteggiamento provocatorio.
La guerra delle Malvinas segnò il declino della dittatura
Nel 1982 la Marina argentina invase le isole Malvinas e le rivendicò come territorio meridionale.
Quindi, una guerra contro gli inglesi è scatenata: l'Inghilterra di Margaret Thatcher era severa e dispiegò la sua potente armata che in pochi mesi vinse i sovrani desideri argentini.
In questo modo, si innesca una crisi all'interno della giunta militare. Reynaldo Bignone, l'ultimo dittatore responsabile del regime, è costretto a cedere il potere e a convocare le elezioni.
Il 30 ottobre 1983, la democrazia è ripristinata in Argentina: Raúl Alfonsín è eletto presidente e inizia a perseguire i principali responsabili di questi 7 anni bui.
E' una tragedia che ci tocca da vicino per ragioni che vanno ben oltre gli interessi economici. Quel paese sconvolto fa parte del nostro album di famiglia, non solo perché è popolato dai nostri emigrati ma perché i suoi cittadini leggono gli stessi libri, credono negli stessi valori, sono una parte vitale della storia e della cultura occidentale.