Gli attacchi di panico si identificano generalmente mediante episodi più o meno sporadici dove prevale la percezione di un’intensa paura così come una vera e propria escalation di uno stato d’ansia preesistente: gli stessi possono essere accompagnati da sintomatologie di carattere somatico e cognitivo quali palpitazioni, tachicardia, sensazione di soffocamento, nausea, sudorazione eccessiva, vertigini, brividi o al contrario vampate di calore, per poi sfociare in casi gravi nella paura di morire. Chi almeno una volta ha avuto la sfortuna di provare un attacco di panico, lo descrive come un’esperienza tanto inaspettata quanto terribile e viene da sé che la stessa paura di poter provare nuovamente tale sensazione spiacevole, diviene a poco a poco ricorrente.
Arginare il problema è possibile attraverso terapie psicologiche ad esempio, anche se sempre più di frequente, proprio la cannabis terapeutica viene impiegata con successo nel trattamento di ansia, depressione o insonnia grazie ai molteplici e comprovati benefici che è in grado di apportare. Tuttavia, al contrario alcuni soggetti tendono a provare un profondo disagio quando fumano marijuana, sebbene solo in alcune occasioni: anche in questo caso possono sopraggiungere crisi d’ansia fino ad arrivare all’attacco di panico vero e proprio, effetti collaterali che, seppur rari, possono dare vita a un notevole malessere, aggravando ulteriormente la situazione già di per sé piuttosto delicata.
Una soluzione efficace e sicura è senza dubbio data dall’assunzione di cannabis legale o light che, grazie alla concentrazione ridotta di THC, principio attivo ad azione proverbialmente psicotropa, permette di ridurre al minimo tali effetti, comportando benessere e un maggior equilibrio psicologico e mentale.
Cos’è un attacco di panico e come riconoscerlo
Attacchi di panico, una vera e propria minaccia ricorrente per chi ha la sfortuna di esserne colpito: il termine “panico” deriva dalla mitologia greca, nello specifico dal “dio Pan”, creatura metà uomo e metà caprone, che era solita comparire improvvisamente sul cammino altrui, generando terrore improvviso prima di scomparire altrettanto rapidamente. Le vittime allibite e sorprese, non essendo in grado di spiegare quanto accaduto, rimanevano pertanto sopraffatte dalla forte emozione negativa provata.
Analogamente dunque, gli attacchi di panico tendono a manifestarsi per mezzo di una repentina e intensa paura nonostante l’assenza di un reale pericolo, sempre accompagnati da sintomi somatici e cognitivi quali il timore di impazzire o di morire e di perdere il controllo, unitamente ad ansia, vertigini, nausea, tremori e sovente tachicardia e difficoltà respiratorie: tale stato tende comunque a raggiungere rapidamente l’apice permanendo solo per breve durata, circa 10 minuti.
La paura tende ad attivarsi nel momento stesso in cui un soggetto percepisce una minaccia, preparando di conseguenza il corpo alla relativa reazione: il panico pertanto essere innescato da una paura qualsiasi legata a una minaccia esterna che a poco a poco diviene di conseguenza interna. Il soggetto diviene pertanto incapace di riconoscere consapevolmente i segnali dati dalla paura in quanto tali ma tende a interpretarli come se rappresentassero una concreta minaccia interna alla propria salute fisica o mentale: entra pertanto in una sorta di circolo vizioso o loop chiamato “Circolo di Clark”, il quale tende ad innescare la paura della paura.
Lo stimolo scatenante viene pertanto percepito come minaccioso e conseguentemente vengono attivate le canoniche sensazioni somatiche legate al panico e all’ansia quali ad esempio dolori al petto, palpitazioni, salivazione azzerata, nausea, tachicardia, tremore e iperventilazione: tutte queste manifestazioni, unite insieme danno il via a un’interpretazione catastrofica della situazione in atto, comportando inevitabilmente un incremento della preoccupazione, acuita dalle sensazioni somatiche, dando così luogo all’attacco di panico.
Il panico risulta generalmente favorito da un fattore in particolare: proprio il cambiamento fisiologico improvviso, repentino e inspiegabile può spaventare al punto da suscitare nel soggetto una preoccupazione anticipatoria, temendo in questo modo la comparsa di ulteriori attacchi di panico. Sebbene il quadro sintomatico tenda a scomparire entro pochi minuti, l’esperienza descritta da chi ne soffre appare terribile: si tende ad avvertire una sensazione di paura immotivata, per cui il soggetto è portato a pensare che stia accadendo qualcosa a livello cardiaco come ad esempio un infarto o un'aritmia importante.
È importante riconoscere l’attacco di panico come tale, questo poiché non è detto che si riproponga: riuscire ad arginare il problema tempestivamente fa sì che tale manifestazione non condizioni la vita quotidiana, evitando il timore che si possa essere colpiti nuovamente da analoghi episodi.
Importante pertanto evitare la cosiddetta condotta di evitamento, la stessa che tende ad auto-generarsi nei soggetti che soffrono di attacchi di panico, specie se dovuti all’utilizzo di canapa sativa o indica: evitare tutte quelle azioni che prima venivano compiute regolarmente, ora associate al rischio di incorrere nuovamente in un attacco di panico, non rappresenta la soluzione. Per ridurre gli attacchi di panico non è sempre necessario intervenire per mezzo di una terapia farmacologica: significativa è generalmente l’efficacia di un intervento psicoterapico volto a comprendere e a riconoscere la comparsa di tale disturbo, approcciando allo stesso con un atteggiamento maggiormente positivo in modo tale da fronteggiarlo facilmente.
Qualora invece gli episodi risultino particolarmente frequenti, un trattamento farmacologico può essere idoneo, sostituito in alternativa dall’utilizzo di cannabis light o marijuana legale che, dato l’elevato contenuto di CBD, favorisce il rilassamento e la distensione, aiutando a mantenere la lucidità anche in situazione di particolare stress.
Perché alcune persone provano ansia e panico quando fumano marijuana?
Tra gli effetti collaterali dati dal consumo di cannabis, di frequente gli assuntori abituali possono imbattersi nell’insorgere improvviso di un attacco di panico sia durante l’assunzione che nel periodo immediatamente successivo. Chi non prova almeno una volta tale condizione, potrebbe ritenerla una banale diceria, complici le proverbiali capacità rilassanti proprie della marijuana.
Tuttavia gli attacchi di panico e gli stati d’ansia indotti dal consumo di cannabinoidi rappresentano una realtà concreta e piuttosto sviluppata specie in soggetti particolarmente predisposti e suscettibili: è cosa nota che proprio la cannabis possa determinare tachicardia, paura improvvisa e paranoia, fenomeno che si manifesta generalmente mediante un improvviso incremento della frequenza cardiaca unito alla percezione di paura per la propria salute o incolumità. I muscoli tendono a irrigidirsi, aumenta la sudorazione e la mente tende a vagare immaginando situazioni catastrofiche quanto improbabili, il tutto spesso accompagnato dalla sensazione di perdere addirittura i sensi.
Cosa provochi tale reazione al consumo di marijuana è ancora piuttosto nebuloso, tuttavia gran parte dei ricercatori che hanno mostrato particolare interesse in questo fenomeno avverso, tendono a inquadrarlo come la combinazione della predisposizione genetica a fattori di carattere prevalentemente ambientale: soggetti particolarmente predisposti a tale reazione, possono essere influenzati dunque dalla situazione momentanea vissuta durante l’assunzione di marijuana unitamente a una componente prevalentemente emotiva.
Non è raro infatti che periodi di notevole stress, così come compagnie e location che provochino disagio, possano influenzare in maniera significativa gli effetti dati dalla cannabis. Non certo marginale la presenza di patologie psichiatriche così come la tendenza a soffrire di stati d’ansia: entrambi i casi rappresentano infatti fattori piuttosto comuni nei soggetti colpiti da attacchi di panico a fronte del consumo di cannabis, seppur moderato.
Come comportarsi in caso di attacco di panico da cannabis
Se dopo aver assunto cannabis ci si rende conto di essere colpiti da un improvviso stato di ansia, è opportuno cercare di contenere il più possibile la sensazione di panico. Abbandonarsi alla paura è senza dubbio la cosa peggiore da fare, questo poiché recuperare uno normale stato di tranquillità è possibile anche in tempi piuttosto brevi, una volta conclusa la crisi. Rappresenta in questo caso una buona idea provare a sostituire la varietà di marijuana assunta con un’alternativa, in modo da constatare se il problema sia dovuto alla concentrazione di cannabinoidi presente.
Durante l’attacco di panico è importante effettuare respiri lenti e profondi, avendo cura di concentrarsi sul presente: in questo modo è possibile infatti compiere azioni immediate utili a gestire più facilmente tale spiacevole condizione. Uscire all’aria aperta pochi minuti, fare una rapida doccia o bagnarsi semplicemente il volto e la nuca con acqua fresca, rappresentano gesti semplici ma che possono dare una svolta alla situazione.
Secondariamente è possibile provare a bere o a mangiare qualcosa, azione che permette di agire in maniera immediata sulla composizione chimica del flusso sanguigno: prediligere alimenti ricchi di terpeni, esattamente come quelli presenti nella cannabis quali pinene, mircene, e cariofillene presenti generalmente negli agrumi, permette di placare più facilmente l'ansia. Fondamentale appare dunque trovare un’occupazione momentanea con la quale distrarsi concentrandosi prevalentemente sull’ambiente circostante: il cervello risulterà meno coinvolto nei pensieri negativi e a poco a poco la sensazione spiacevole, tenderà a svanire.
Non è da escludere che a provocare attacchi di panico e stati d’ansia sia la presenza marcata di THC o tetracannabidiolo: molti soggetti possono avere un margine di tolleranza a tale principio attivo piuttosto limitata e in questo caso è possibile orientarsi sull’antagonista CBD come primo strumento di difesa, prediligendo il consumo di marijuana light o depotenziata.
Lo stesso cannabidiolo neutralizza l'azione del THC nel flusso sanguigno, sebbene mediante una dinamica ancora poco chiara, contrastandone efficacemente gli effetti psicoattivi. Può pertanto rivelarsi utile sfruttare qualche goccia di olio al CBD mediante assunzione sublinguale prima di godersi il classico spinello!
Come aiutare chi ha un attacco di panico
Assistere a un attacco di panico rappresenta anch’essa un’esperienza traumatica e particolarmente impegnativa per chiunque, questo poiché è facile sentirsi impotenti e volere in qualche modo intervenire senza tuttavia sapere cosa fare concretamente. Il primo passo fondamentale è senza dubbio comprendere cosa sta accadendo alla persona colpita, cercando di individuarne i sintomi: palpitazioni e dolore al petto, accelerazione del battito cardiaco, iperventilazione, così come tremori, sudorazione eccessiva, vertigini, sensazioni di svenimento, secchezza delle fauci e difficoltà a deglutire sono solitamente i più frequenti.
Qualora però l’individuo presenti un attacco di panico per la prima volta, sarebbe opportuno richiedere nell’immediato assistenza medica poiché i segnali e i sintomi legati all’attacco di panico sovente possono essere del tutto simili a quelli che si manifestano durante un attacco cardiaco.
Appare poi fondamentale cercare di scoprire la causa dell’attacco di panico: parlare al soggetto colpito e cercare al contempo di tranquillizzarlo può escludere da subito l’emergenza medica, fornendo al contempo preziosi indizi su quanto sta accadendo. Sovente l’attacco di panico può non avere cause ben definite e lo stesso soggetto colpito può altresì non essere pienamente consapevole circa ciò che ha contribuito a originarlo.
In questo caso meglio evitare pressioni né cercare di insistere, ma semplicemente prendere atto della situazione cercando di porre il soggetto a proprio agio, conducendolo in un ambiente tranquillo e quanto più confortevole possibile. Importante tuttavia evitare se possibile il contatto fisico, condizione che potrebbe aggravare la situazione, rendendo l’attacco di panico ancora più marcato.
Mantenere la calma e parlare sempre con tono rassicurante e deciso è caldamente raccomandato: chi è colpito da un attacco di panico tende a non avere la totale consapevolezza di sé e un atteggiamento protettivo, ai propri occhi potrebbe non apparire come tale. La sola cosa da fare in questi casi è cercare di essere pazienti, cercando di focalizzare l’attenzione del soggetto colpito su qualcosa di piacevole che possa distoglierlo dalla percezione di paura e ansia, il tutto senza però negare o sminuire le paure. Meglio dunque mostrare solidarietà e la naturale propensione a risolvere insieme tale condizione spiacevole attraverso un supporto emotivo basato sulla comprensione e sull’empatia.
Allo stesso modo è sempre importante indurre il soggetto colpito a riacquistare il controllo della respirazione in modo tale da ridurre rapidamente i sintomi, ripristinando rapidamente una situazione di calma. La rassicurazione così come la stessa presenza in un momento di difficoltà come questo, possono rivelarsi assolutamente preziosi, riducendo la necessità di un intervento medico. Sebbene anche solo apparentemente, assistere a un attacco di panico può contribuire a generare una sensazione di impotenza e inutilità, è necessario pensare che in quel momento è necessario mantenere la vicinanza con l’individuo cercando di fargli capire che non è affatto solo.
Sebbene tale esperienza risulti spiacevole sia per chi è costretto a provarla in prima persona che per chi si trova suo malgrado ad assistervi, è importante comprendere che tale condizione si risolverà rapidamente e tutto tornerà alla normalità nel giro di pochi minuti. Resta pur sempre basilare, specie se gli attacchi di panico così come l’ansia da cannabis appaiono particolarmente frequenti, l’intervento di una terapia psicologica che aiuti il soggetto a controllare efficacemente le crisi, arginandone in maniera significativa gli effetti negativi.
Come prevenire attacchi di ansia o panico
Non ci occupiamo di salute psicologica né vogliamo dispensare consigli legati a terapie di carattere farmacologico legate a disturbi quali stati d’ansia e attacchi di panico. Sebbene in questi casi sia importante l’aiuto di un professionista, vogliamo comunque suggerire alcune “best practice” che possono rivelarsi utili quantomeno per prevenire manifestazioni future di tali spiacevoli disturbi.
Al fine di evitare futuri attacchi di panico, sarebbe necessario ricorrere a un aiuto esterno, modificare il proprio approccio rivolto alle crisi, utilizzare tecniche adeguate al fine di ridurre gli stati d’ansia dovuti all’assunzione di cannabis, concentrandosi sulla salute fisica.
Qualora l’ansia interferisca con le più comuni attività giornaliere al punto da generare notevoli difficoltà nel portare a termine i propri impegni così come nel gestire le relazioni sociali, sarebbe opportuno rivolgersi a un medico competente e chiedere aiuto. Un terapeuta o uno psicologo sarà in grado di fornire tutti gli strumenti e le metodologie più adeguate volte a gestire le crisi in maniera efficace. Allo stesso modo anche parlare con altre persone che condividano il medesimo disturbo, può rivelarsi senza dubbio utile: il confronto permette di evidenziare ulteriori strategie per poter affrontare, controllare e gestire le paure, superandole con successo.
Mai cercare di evitare gli attacchi di panico proprio perché tali eventi, sono la diretta reazione da parte del corpo a una minaccia percepita, spesso scatenata da schemi inconsci generati dalla paura della paura stessa. Ogni attacco tende a risolversi in tempi relativamente brevi e proprio una terapia cognitivo-comportamentale, può consentire di concentrarsi piuttosto sul cambiamento dei pensieri, così da modificare le percezioni del soggetto colpito così come le reazioni conseguenti.
Meglio dunque modificare il proprio approccio agli attacchi di panico in modo da prevenirli o quantomeno ridurne l’entità e la frequenza: gestire le crisi con positività e nel modo appropriato permette di alleviarne i sintomi portando generalmente alla risoluzione del problema. Le paure non vanno soppresse nella speranza che scompaiano ma vanno comunque affrontate e gestite correttamente.
In ultimo, ma non certo in ordine di importanza, per prevenire attacchi di panico e stati d’ansia è importante preservare sempre la propria salute. Uno stile di vita sano, attività sportiva regolare così come coltivare le proprie passioni rappresentano pratiche utili a distogliere l’attenzione da ciò che spaventa dando la priorità al benessere e all’equilibrio psicofisico.
Non servono necessariamente terapie farmacologiche: la psicosi da cannabis può essere combattuta riducendo l’assunzione di THC e privilegiando piuttosto la concentrazione di CBD, la stessa che prevale nella cannabis legale. L’umore e lo spirito ne guadagneranno in relax e tranquillità e sarà più facile imparare a considerare ogni cosa, attribuendone il giusto valore e peso.